Probabilmente l’Inter è (con la Roma e in parte il Napoli) la grande delusione di questo campionato di serie A. Svestiti i panni dello Sciamano (un grave errore… che il team nerazzurro ha bisogno di santoni laici e showman in panchina), ecco mister Luciano Spalletti ha perso la bussola e contemporaneamente l’Internazionale e non riesce più a incidere.
Lontano da occhi indiscreti il direttore generale Marotta (se soltanto potesse sostituirebbe il direttore sportivo Ausilio col più congeniale ai suoi metodi di lavoro Cherubini, ndr), spettatore interessato osserva e … sottotraccia ha già capito che nulla a Milano sarà come a Torino, città strana ma magica dove, con la Juventus, Marotta ha fatto tantissimo. Vincendo altrettanto.
Ah Marotta avrebbe, condizionale d’obbligo, già parlato con Antonio Conte, ergo, salvo colpi di scena (Bayern Monaco, Manchester United, Roma e Milan sono qualcosina in più di una tentazione, ndr) questa suggestione si trasformerà in realtà tra qualche mese, allorquando Conte sarà chiamato ad allenare Icardi (resterà) e soci.
Passiamo dall’altra parte del Naviglio per applaudire il neoarrivato (il Genoa ai rossoneri amici, amiconi da una vita, ogni tanto regala emozioni) Piatek, “Il Pistolero” (è veramente fortissimo) che non farà rimpiangere il pur forte Higuain, “Il Pipita” scopertosi, malinconicamente, nel suo breve interregno milanista, “Pipitone Triste”.
Chapeau all’attaccante polacco, centravanti moderno che sarebbe servito come acqua al deserto alla Juve (Paratici segue l’altro talento genoano Kouamè) quest’anno.
Stefano Mauri