Amici, compagni, camerati, ignobili industriali e operai ingrassati.
È con voi che parlo, in questo momento di profondo cambiamento per il nostro paese.
Per voi, per le vostre famiglie, per i figli, per i figli dei figli e per il vostro gozzo gonfio di mille promesse mai digerite.
Che cosa volete? Ditemelo voi.
Volete i soldi, il successo, un futuro qualsiasi?
Volete diventare la Ferragni che si fotografa al cesso? Il marito che svende il figlio per una pubblicità? Volete servire bibite allo stadio e poi diventare ministro? Volete sentirvi fantasmi indecisi come Rossi segretari?
Siete italiani, mediocri italiani. Dovreste ringraziare il cielo ogni volta che vi svegliate, per questo, eppure avete bisogno di trovare qualcuno che vi ricordi la vostra fortuna allungando lo sguardo fino al mediterraneo.
Voi veneti, ieri odiavate i napoletani. Oggi i senegalesi. Siete diventati nazionalisti in mezza legislatura. Banderuole, ecco cosa siete.
Voi siciliani, ancora vittime della mafia. Non sapete scansarvi, o non volete. Vi schierate accanto a Peppino e intanto pagate il pizzo o accettate il lavoro insanguinato.
Lombardi, gran lavoratori senza anima. Campate sessant’anni fissando i piccioni da Terrazza Martini e vi rifugiate in ascensore per non dover interagire con il vostro vicino di casa.
Avete un paese IMMENSO. Abbiamo un paese immenso.
La storia, l’arte, le tradizioni. Viaggiate a basso costo per il mondo e non vi accorgete del diamante che non riuscite a grattare via dalla pietra dell’indifferenza che vi circonda.
Seguite e idolatrate nullità. Bramate la loro inutilità.
Le osannate, le votate.
Siete capaci di tornare al 1984 per spiare la colazione di un vicepremier. E non vi rendete conto che il Grande Fratello è proprio il vicepremier.
Voi giovani che non pensate al futuro, che ascoltate annoiati i discorsi dei vostri nonni, subite la vita come randagi abbandonati sulla statale. Avete perso. Perso!
Fate le rivoluzioni spaccando vetrine e poi chiedete l’elemosina al papà distrutto dal lavoro. Distrutto dai debiti, dalle tasse, dall’onere di dover far riparare la vetrina del proprio negozio.
Assenteisti, evasori fiscali, cosa volete?
Orari più umani, gratificazioni e tasse eque?
Ditelo ai vostri padri. Chiedete loro perché non potete e non potrete mai ottenerli.
Pensionati che sorridete contando fino a cento, sulle vostre panchine al parco. Contate le vittime delle vostre fortune e onorate il LORO sacrificio per voi.
Immigrati, sfortunati e umiliati immigrati, continuate a cavalcare onde e vergogna fino a che non troverete un lido pulito sul quale approdare. Potreste metterci secoli. La terra promessa è una goccia d’acqua limpida nell’oceano nero come il petrolio.
Politici, amministratori di condominio falliti, che parlate, parlate, parlate e non sapete dove colpire. Come colpire. Cercate il consenso approfittando dell’ignoranza dilagante. Illudete la polvere e la ricoprite con la polvere. Usate l’Italia come un tappeto per nascondere la vostra immensa inettitudine.
Raggiungete gli operai in sciopero e offrite loro del vino per affogare le delusioni.
La delusione siete voi, i vostri gregari, gli industriali, i datori di lavoro senza scrupoli. Siete voi e quelli che muovono soldi come al monopoli. Che muovono esseri umani come pedine di un domino.
Viandanti della destra e della sinistra, avete ancora bisogno di schieramenti per poter dividere il paese. Nord e sud, Rosso e nero. Vi trascinate sulle spalle la sabbia di Lipari per poter asfaltare Venezia.
Compagni, camerati, nani, ballerine, giocolieri e pagliacci incravattati. Cosa volete?
Datemi un voto, il vostro miserabile voto e ve lo spiegherò in tre parole.
Non lo capirete, ma vi sentirete meglio.
E forse sarete liberi da noi.
Alex Rebatto