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Ieri, nel tardo e ancora caldo, pomeriggio milanese, alla Fondazione Mudima in via Tadino, un selezionato pubblico di fortunati, ha avuto occasione di vivere un’ esperienza emozionale. La presentazione di Apparizioni di una lontananza, di Eleonora Fiorani, il terzo libro di una trilogia, è diventato centro di energia, di memorie e di pensiero libero. In quel luogo si è parlato di phoné, di segno e di immagine; non ci si è chiesto cosa sia venuto prima di cosa, ma ci si è soffermati a pensare a quando il suono tramandava significati, anche sotto forma di lettura ad alta voce.Si è pensato alle vibrazioni acustiche che evocano immagini, luoghi e tempi, ancor prima che la scrittura (immagine dipinta) diede il primato dei sensi alla vista. Una piccola lettura Eleonora ce l’ha regalata, emozionante ed emozionata. In piedi, muovendosi come uno sciamano, con voce rotta è stata costretta a fermarsi, per ripetere due volte, che questo libro è dedicato a Francesco. Francesco Leonetti, l’amato marito scomparso recentemente. In ordine sparso, ma non casuale, si è parlato di frammenti di lontananze: ovvero di ricordi, pensieri, oggetti, “brandelli di discorsi”, di linguaggi rinnovati necessari a costruire un mondo nuovo. Perché, scrivere, dice Eleonora Fiorani “” e aggiunge, “anche cambiarlo, magari…”. Grazie alla lucida e profonda introduzione, fatta di domande, di Rachele Ferrario, si ricorda, come citato nel libro, che “L’arte, infatti, «è innanzitutto una questione di domande»". Eleonora Fiorani soddisfa con importanti affermazioni ogni input dell'importante storica dell'arte. Riesce persino a sintetizzare in poche parole l’Immemorare involontario di Benjamin, il quale traduce la memoria involontaria di Prust. L’Immemorare (eingedenken) non è il ricordare, “ma è l’irruzione nel presente di un'istanza che viene dal passato, che crea una discontinuità nel fluire del tempo ed è un'esperienza altra rispetto al presente che ha a che fare con l'immaginario. È dunque memoria volta al futuro ”. Eleonora, inoltre, sottolinea l’importanza per il suo lavoro, del rapporto con gli artisti, ma forse non è stato detto, che pur non riconoscendosi critica d’arte, Eleonora Fiorani rivela agli artisti il significato, o una delle letture, di quello che gli artisti fanno per necessità e forse senza averne piena coscienza, quella necessità che è il Nachleben di cui parla Didi-Huberman. Apparizioni di una lontananza è “a Francesco che vive nel mio cuore”.
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