Non sopporto gli immigrati.
Noi italiani abbiamo combattuto con fierezza per difendere i NOSTRI sacri confini. La nostra bandiera sventola anche senza vento sulle vette alpine, piantata con forza nel profondo abisso del cuore partenopeo, spargendo i suoi colori sule ombre della laguna.
Siamo italiani, razza fiera, orgogliosa di esserlo.
Questo pensavo l’altra sera, seduto sul divano davanti alla TV.
Davano un film di Di Caprio, quello ambientato sull’isola. La scena più inquietante? Quando la vecchia fa il gesto “silenzio” appoggiando l’indice sulle labbra.
Bel film. Ma l’avevo già visto.
Allora ho cambiato canale. Mi darete ragione, amici, ma quando ti trovi davanti De Niro (il vero De Niro, intendo), non puoi fare a meno di perderti nelle sue espressioni, nella sua rabbia sopita e pronta ad esplodere.
Era ispirato ad una storia vera. Il pugile Jake LaMotta, un destro da un quintale “ed il destro, ti dirò, solo un altro ce l’ha uguale. Ma l’ho messo KO”.
Scusate, era una citazione di Fred.
Ad ogni modo, il film è finito presto. Ho spento la TV e ho messo su un disco.
Adoro la musica melodica.
Dean Martin, che meraviglia. Dino Crocetti, all’anagrafe. So tutto di lui.
È il numero uno.
Una volta lessi un libro sulla sua vita, sul Rat Pack. Il suo socio era Frank Sinatra.
Un altro mostro della musica.
Discutibile, forse, per quel che riguarda le sue amicizie criminali, ma pur sempre un mostro.
Quel mondo mi affascina. Il mondo della criminalità americana, intendo.
Al Capone, Lucky Luciano, John Gotti, Johnny Stompanato…
Quest’ultimo era stato fatto fuori dalla figlia di Lana Turner, l’attrice.
Lei mi pare fosse amica di Marilyn Monroe. Brutta storia la sua morte. Ho visto uno speciale sulla Rai. Non vorrei ricordare male, ma mi pare fosse stata sposata con un campione di baseball americano, una vera leggenda.
Joe DiMaggio, mi sembra.
Ho letto che una sua figurina vale una fortuna, da quelle parti.
Insomma, ve la faccio breve, sarà stata mezzanotte quando ho spento il giradischi e mi sono messo a letto.
Mi sono rigirato un po’ senza riuscire a dormire. Pensavo alla nave alla deriva con quei pezzenti a bordo. Quei parassiti.
Dopo venti minuti buoni mi sono rialzato, sono andato in cucina a prendermi una birra e sono tornato a sedermi sul divano.
Visto che non riuscivo a dormire tanto valeva cercare qualcosa di forte.
Ho trovato un film di Stallone, ma uno di quelli un po’ noiosi. Faceva la parte del poliziotto, era imbolsito e sordo. Preferisco Schwarzenegger.
Cristo, mi ricordo quando lo fecero governatore della California.
Fine dei film.
Non so se avete capito, ma io sono un grande appassionato di cinema.
Il mio preferito, dite?
Mah, forse The Blues Brothers, con il grandissimo John Belushi.
La scena dell’inseguimento mi fa ancora saltare dalla poltrona.
Alla fine, tornando a noi, me ne sono tornato in branda solo verso le due e mezza del mattino.
Ho letto due pagine del romanzo “Chiedi alla polvere” di John Fante.
Sapete, lui era il maestro di Bukowski.
Poi finalmente mi sono addormentato.
Quella notte ho sognato una nave carica d’immigrati che affondava sulle coste di Lampedusa e, la mattina dopo, mi sono svegliato sorridendo.
È bello avere degli ideali in cui credere, oggigiorno.
ALEX REBATTO