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Confessione shock di Edoardo Raspelli a Cronaca Vera: “Da ragazzo fui violentato da sei persone”

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Su Cronaca Vera in edicola dal 14 agosto la confessione shock di Edoardo Raspelli. In esclusiva su Fronte del Blog, per gentile concessione del settimanale, uno stralcio dello scritto del più famoso gastronomo italiano

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LA CONFESSIONE SHOCK A CRONACA VERA:

 

Papà prendeva me, bambino, per la mano ed andavamo lontano, verso il tram 4 che l’avrebbe portato al lavoro, all’ospedale di Niguarda: Milano via Amadeo, l’Ortica, piazzale Gorini con l’Istituto dei Tumori di Umberto Veronesi, le grigie mura dell’Istituto di Medicina legale dove , 15 anni dopo, avrei passato mesi da “nerista”, da cronista di nera. Lui saliva in tram ed io svoltavo davanti al Politecnico ed entravo in piazza Leonardo da Vinci. Anche la mia scuola elementare si chiamava così. Sui muri della 3-4-5 A del maestro Aldo Pederzoli, toscano, due lauree, accanto al ritratto del carabiniere martire Salvo D’Acquisto cui noi bambini portavamo fiori, la scritta “L’educazione costa poco e rende molto”.

Eravamo in 37 in classe in quel 1957/1958: dal sud, dalla Calabria, il primo ragazzo immigrato, Vito, due anni bocciato, sviluppato, molto sviluppato. Fu lui che mi raccontò come nascevano i bambini; non capivo, non ci volevo credere. Chiusi dietro la porta di uno dei bagni mi fece vedere, su di lui, qual era l’attrezzo che serviva. Turbamenti, ansie, emozioni, schiaffoni, come quando nello spogliatoio della piscina coperta della scuola elementare (sì, la Leonardo da Vinci fu la prima scuola pubblica ad averla), cercavamo di sbirciare le bambine che si spogliavano nel gabbiotto a loro riservato in un angolo.

Turbamenti, come quando, andando alla media Tiepolo, si passava davanti alla profumeria vicino a casa ed alla sua vetrina dove un seno femminile parzialmente scoperto faceva pubblicità a non so quale profumo.

Villa Palmizi era ed ancora oggi è in cima a Bordighera, nella lunga elegante via Romana piena di ville immerse nel verde e di edifici maestosi un tempo Palace che in un secolo e mezzo si sono riempiti dei ricchi clienti e turisti. Era il “mio” collegio quella oblunga nave rosa tondeggiante mandata avanti dalle milanesi suore di Maria Santissima Consolatrice. Di fianco c’era la “villa del comunista”, Tito, con l’immenso cedro del Libano, il mostro che teneva sveglio anche me, dodicenne di seconda media, nel mio freddo lettuccio della camerata. A dodici anni cantavo le lodi al Signore guidato dal maestro Mario Caffelli ma la vita scivolava dal sacro al profano. “Vuoi vedere la patatina di mia sorella ?!”mi chiese Massimo, terza elementare.

Nell’attesa (mai finita) mi portò in un bagno, chiuse la porta, mi fece sdraiare e mi accarezzò fino al piacere ed alla vergogna. Voleva che ricambiassi ma scappai inorridito, sconvolto, incuriosito, travolto da  umori ed odori.

Un altro collegio accolse nelle vacanze estive un ragazzetto di 14 anni. Era la casa del professor M., alta su Chiavari: non una villa ma quasi un castello, nel verde, in cima ad un angusto vialetto che saliva verso la collina dal centro della città, con tanto di torretta di avvistamento. Nel Collegio Maschile Tigullio avevano ammonticchiato, in una stanza che sembrava una specie di pozzo, decine di vecchi materassi ancora in buon stato. Noi ragazzini ci buttavamo a turno, giocavamo, ce lo mostravamo a vicenda cercando di decretare il vincitore in lunghezza ,in larghezza, in turgore.

Un giorno mi assalirono in sei , mentre ero nella mia camera sul letto a riposare.

 

(continua su Cronaca Vera in edicola dal 14 agosto)

FOTO PRIVATE, per gentile concessione di Cronaca Vera:

 

IL COMUNICATO DIRAMATO DA EDOARDO RASPELLI

Edoardo Raspelli racconta sul settimanale  “Cronaca Vera” (in edicola da martedì 14) un dramma della sua adolescenza
  “QUEL GIORNO MI VIOLENTARONO IN SEI”    Le esperienze da collegiale in un racconto duro, ma scritto con eleganza, dell’ambigua prima conoscenza del sesso

“Un altro collegio accolse nelle vacanze estive un ragazzetto di 14 anni. Era la casa del professor M., alta su Chiavari: non una villa ma quasi un castello, nel verde, in cima ad un angusto vialetto che saliva verso la collina dal centro della città, con tanto di torretta di avvistamento. Avevano ammonticchiato, in una stanza che sembrava una specie di pozzo, decine di vecchi materassi ancora in buon stato. Noi ragazzini ci buttavamo a turno, giocavamo, ce lo mostravamo a vicenda cercando di decretare il vincitore in lunghezza ,in larghezza, in turgore. Un giorno mi assalirono in sei , mentre ero nella mia camera sul letto a riposare. In quattro mi bloccarono, uno mi chiuse la bocca ,un altro mi tirò giù i pantaloni. Per la seconda volta provai il piacere e la vergogna”.
Questo il breve racconto che Edoardo Raspelli fa ,per la prima volta,di un dramma sconvolgente della sua adolescenza. Ne ha scritto un articolo dal titolo emblematico:” Adolescenze tra emozioni,ansie,turbamenti :il piacere  e la vergogna”. Il drammatico episodio viene pubblicato nella rubrica “CONFESSIONI VERE-VIP” del numero 2398 in edicola martedì 14 agosto 2018 del settimanale CRONACA VERA, diretto da Giuseppe Biselli, periodico di grande schietto realismo che va verso il suo compleanno numero 50.
Il giornalista e critico gastronomico racconta (con crudezza ma anche con eleganza) la sua prima scoperta da bambino del sesso, prima nel collegio Villa Palmizi di Bordighera (Imperia),per generazioni tradizionale convitto che le suore di Maria Consolatrice mandavano avanti per bambini soprattutto milanesi e piemontesi, poi nel collegio maschile Tigullio di Chiavari (Genova)dove appunto venne aggredito.
Edoardo Raspelli racconta anche altri episodi particolarmente duri della sua infanzia e dalla sua adolescenza come quando sua madre, vedendolo piangere, sedicenne, alla tragica conclusione del celebre film “Le Amicizie Particolari” (tratto dal famoso libro dello scrittore omosessuale Roger Peyrefitte) si augurò che Edoardo morisse.
Edoardo Raspelli così conclude il suo articolo su Cronaca Vera: “1966,16 anni, mia madre mi accompagna a vedere “Le amicizie particolari” nel cinema centrale di Bassano del Grappa. Emozione, ansia, turbamento, dubbi, il ricordo dei piaceri e delle vergogne. Piango. Mia madre mi guarda, sorpresa e mi dice, scandendo le parole: «Piuttosto che tu fossi come loro, preferirei che fossi morto».

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