Che fine hanno fatto?Telefilm

La vera storia dello Zio Fester, da bimbo prodigio con Chaplin alla famiglia Addams

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Fu il primo bimbo prodigio del cinema. E il primo ad essere sfruttato da una madre senza scrupoli. Poi la nuova vita negli Addams, che lo renderanno immortale

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Edoardo Montolli per Gqitalia.it

Quando nacque Shirley Temple, la riccioli d’oro del cinema, lo Zio Fester era già una star. O meglio, lo era l’attore che quarant’anni più tardi ne avrebbe vestito i panni: Jackie Coogan. Nel mondo di Hollywood furono tanti i bambini e gli adolescenti prodigio il cui futuro si dimostrò tutt’altro che roseo. Lee Aaker, dopo il successo planetario di Rin Tin Tin, da grande trovò lavoro come carpentiere e istruttore di sci. Altri finirono strangolati dalla fama. Erin Moran, la “sottiletta” di Happy Days, è morta in povertà. Adam Rich, il Nicolas, della Famiglia Bradford, chiuse la carriera finendo in carcere per furto. Ad altri andò peggio: Mary Anissa Jones, la piccola orfana Buffy di Tre nipoti e un maggiordomo, morì a diciotto anni di overdose. Dana Plato, la Kimberly de Il mio amico Arnold, con la chiusura della serie tv non trovò più alcun ruolo importante: perse la custodia del figlio e divenne schiava di alcol e droga, fino a girare pellicole softcore e a morire di overdose da farmaci. E proprio Arnold, al secolo Gary Wayne Coleman, un ragazzo che guadagnava 100mila dollari ad episodio, fu costretto a riciclarsi come guardia giurata in un centro commerciale della California e a far causa ai genitori adottivi che gli avevano portato via quasi tutto.

La storia dello zio Fester

Ma prima di tutti loro ci fu appunto Jackie Coogan, che a Hollywood entrò a tre anni e che a sette divenne un divo internazionale, quando Charlie Chaplin decise di portarselo con lui come coprotagonista de Il Monello. Suo padre era un attore teatrale e quando Chaplin gli chiese il permesso per scritturarlo ne fu entusiasta. La fama di Jackie raggiunse immediatamente i quattro angoli del globo e fu chiamato in tutte le più importanti produzioni che vedevano protagonista un bimbo: prima come Oliver Twist, poi come Tom Sawyer in due film. La pubblicità se lo contendevano a prezzi da panico per l’epoca, affidandogli l’immagine di qualsiasi prodotto.

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La crescita

Fu quando compì 19 anni, con una guerra di mezzo (era nato nel 1914) che subì il primo trauma: nel 1933 infatti un suo ex compagno d’università, suo amico carissimo, Brooke Hart, venne rapito in un supermercato. La polizia prese i due responsabili, che avevano chiesto un riscatto di 40mila dollari, ma che confessarono di aver ucciso l’ostaggio la sera stessa in cui lo avevano sequestrato. Portati in prigione, furono trascinati fuori da un’irruzione della folla che li impiccò ad un albero del parco. La leggenda vuole che ci fosse anche Jackie a reggere la corda preparata per il cappio. Di fatto, passarono due anni e Jackie prese parte ad un tremendo incidente stradale a San Diego: si salvò solo lui. Morirono il padre e il suo ultimo grande amico rimasto, un altro bimbo prodigio che con lui aveva girato Tom Sayer e Huckleberry Finn.

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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