Un anno di ansia e di tensione che è stata cancellata in modo indelebile dalla conclusione delle tre indagini avviate per la morte, durante il parto, di un neonato. Il 3 gennaio di un anno fu lanciato un preoccupato grido d’allarme. Si ipotizzarono e sussurrarono improbabili errori umani.
Tutti gli operatori dell’Ospedale di Vizzolo Predabissi e dell’intera Asst di Melegnano e Martesana ora sono stati liberati, e senza ombra di dubbi, da qualsiasi sospetto di un errore sanitario. Ma a convivere con l’ingiustificata tensione sono state anche le oltre 1600 mamme che da quel 3 gennaio 2017 ad oggi, hanno dato alla luce un bimbo confidando nella professionalità e competenza delle strutture ospedaliere dell’Asst di Melegnano e Matersana, con Vizzolo Predabissi in prima linea.
Ma il 3 gennaio del 2017 un bimbo è venuto al mondo ma senza vita. Da qui in poi si è detto e scritto di tutto. Ma la situazione è stata subito presa in mano dalla Procura della Repubblica di Lodi che ha condotto scrupolose indagini sull’accaduto. Ma assieme ai periti dei magistrati hanno inoltre lavorato ben due commissioni ispettive di esperti medici: un gruppo inviato da Roma dal Ministero della Sanità e l’altro, altrettanto competentemente e attento, dall’assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Giulio Gallera.
Il verdetto è stato unanime ed inequivocabile ed è stato accolto e recepito in toto dalla Procura della Repubblica che ha archiviato il procedimento giudiziario sul caso del bimbo nato morto il 3 gennaio 2017, decretando “Insussistenza del reato per mancanza di nesso causale tra evento e condotte poste in essere comunque perite e diligenti”. I giudici della Procura di Lodi hanno chiuso sì l’indagine, ma si sono quindi spinti oltre sottolinenando, infatti, la grande professionalità e competenza dei medici che intervennero e fecero quanto umanamente e scientificamente possibile per salvare la vita del nascituro.
A ribadire la correttezza della ferma presa di posizione del direttore generale dell’Asst Melegnano e Martesana, dott. Mario Alparone, il quale sin dal primo momento si è battuto per ribadire la grande competenza e professionalità del proprio personale sanitario, sono state inoltre le due commissioni medico-ispettive che hanno analizzato ogni minimo dettaglio di quanto accaduto e delle cause che hanno determinato la morte del neonato.
“Non sono stati rilevati profili di colpa professionale e/o commissivo sia nella fase diagnostica, sia nella fase prettamente terapeutica…” – e nella relazione tecnica dei medici-ispettivi si legge ancora – “Si è concluso che un intervento in tempo più celeri non era proponibile e materialmente possibile”.
Chiarito l’aspetto giudiziario, professionale e scientifico del caso, rimane il dolore che ha colpito i famigliari del piccolo nato morto, ma ai quali un anno di indagini serrate e serie possono restituire finalmente la serenità della verità dei fatti: una imprevedibile ed inevitabile complicazione durante la gestazione. Il direttore generale dell’Asst Melegnano-Martesana Mario Alparone ha dichiarato alla stampa: “Questa archiviazione e questa motivazione rende giustizia del nostro operato e conferma quanto avevo dichiarato alla stampa ai tempi – sottolinea Alparone – ovvero che i sanitari avevano operato professionalmente e tempestivamente. Sono molto soddisfatto della archiviazione e spero possa contribuire a donare serenità alla famiglia, alla quale rinnoviamo ancora una volta la nostra vicinanza ed ai nostri operatori che sono stati profondamente scossi da questo evento”.
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