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Pronto soccorso, Giulio Gallera si reca all’incontro ma si scontra con l’inciviltà

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Ad Abbiategrasso, sabato mattina, all’interno dell’ex Convento di via Pontida, si è svolto uno spettacolo in due atti che, in meno di un’ora, ha messo un scena due straordinari aspetti della politica.
La trama della performance, promossa da una decina di irriducibili della protesta a tutti i costi, è stata relativa alla chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale Cesare Cantù di Abbiategrasso.
Regista, il “Movimento per i Diritti del Cittadino Malato.

Giulio Gallera,
politico e gentiluomo

I due aspetti rilevanti del messaggio politico lanciato sabato mattina scorso, dunque, sono così riassumibili: l’assessore regionale alla Sanità, l’avvocato Giulio Gallera, ha partecipato al piccolo dibattito di confronto mettendoci la faccia e cercando di spiegare che Regione Lombardia, sostanzialmente, ha agito, in primis, per rispettare le leggi imposte dal Ministero della Sanità gestito dall’on. Lorenzin, alleata prima di Renzi ora di Gentiloni. E che poi è anche vincolata ai divieti nell’assunzione di personale sanitario.

Pronto soccorso chiuso
per maggiore sicurezza

A parte i vincoli e i limiti imposti dalle leggi, la Regione Lombardia ha agito, soprattutto, in funzione delle esigenze ed emergenze a tutela della salute dei cittadini.
L’assessore Giulio Gallera, però, ha potuto spiegare poche cose ai presenti, in quanto sembra che il gruppetto fosse lì solo per protestare e non ascoltare e capire la verità dei fatti.
Chiunque, infatti, può comprendere regole elementari della sicurezza sanitaria.

Ospedali efficienti
ma non policlinici

Ad esempio recarsi, specialmente di notte, in un pronto soccorso sprovvisto di attrezzati reparti di cardiologica, sale di emodinamica, reparto di cardiochirurgia, neurologia o neurochirurgia, ecc, può rivelarsi una gravissima perdita di tempo per un paziente davvero grave: (10/40 minuti), quando in 10 minuti, o nell’incredibile tempo massimo di 30, un’ambulanza del 118 può portare il paziente affetto da ictus, infarto cardiaco o per altre gravi patologie nei vicini ospedali più attrezzati e specializzati per le emergenze: dall’Ospedale di Magenta, al Policlinico di Legnano sino al Niguarda, ecc.

Contro le malattie gravi
il tempo è vero alleato

In un pronto soccorso non dotato di attrezzature per le emergenze, di un sufficiente numero si medici specializzati per le patologie acute, i tempi di valutazione, per comprendere lo stato del paziente, produrre una diagnosi e decidere in quale ospedale specializzato trasferirlo, sono necessariamente lunghi…
A chiunque è facile sommare: tempo di accettazione d’urgenza dopo l’ingresso al pronto soccorso non specialistico; tempo della visite, degli esami e per la diagnosi; tempo di trasferimento in ambulanza; tempo di arrivo al centro di cura dove i trattamenti sanitari specialistici possono iniziare immediatamente.
Non è quindi chiaro che conviene chiudere, come è già avvenuto in tutta la Lombardia, i pronto soccorso “a rischio” e affidarsi al 118 affinché il paziente arrivi direttamente nei centri di cura specializzati senza soste inutili e persino pericolose?
Per evitare tutto questo ci potrebbe essere un’altra soluzione?
Certamente!
Trasformare l’Ospedale Cesare Cantù di Abbiategrasso, e gli altri piccoli ospedali della Lombardia, in grandi Policlinici universitari…

La presunzione di sapere
si trasforma in inciviltà

La conclusione della giornata è stata davvero amara, dalla contestazione contenuta mantenuta costantemente dai ‘quattro gatti’ presenti durante il ‘dibattito’, si è però passati a forme di assoluta maleducazione e inciviltà.
Hanno urlato e fischiato impedendo all’assessore di rispondere alle domande che avevano posto loro stessi.
Con lo stesso rispetto e civiltà con il quale ha accettato l’invito a partecipare, però, Giulio Gallera si è alzato ed è uscito evitando ogni ulteriore polemica e strumentalizzazione.
Lo show politico del Movimento per i Diritti del Cittadino Malato, spalleggiato nientepopodimdenochè da due impreparati grillini urlatori, e da qualche anziano cittadino emotivamente coinvolto nell’ingiustificata azione di protesta, si è concluso nel nulla.

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Giulia Loira Vermentini

Giulia Loisa Vermentini, già nota nelle librerie con un altro pseudonimo, è una giornalista che fotografa la realtà non avvalendosi di soli strumenti elettronici per l'ascolto e la visione, ma nemmeno dei soli sensi di umana concezione. Nei suoi racconti, di cronaca e di inchiesta, esterna tutto ciò che, di là dal fattuale razionale, ha recepito avvertendo se nell'ambiente e tra gli interlocutori ci sia noia, gioia, fastidio, curiosità, passione e verità emotive. Una giornalista in carne, ossa e sentimenti destinata all'estinzione minacciata dall'intelligenza artificiale.

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