L’Italia, per antonomasia, è la patria dell’indignazione collettiva.
Di volta in volta gli italiani si schierano a difesa dei propri diritti, piccoli o grandi che siano, fomentano la rabbia, sbraitano, digitano, gridano vendetta, si scandalizzano e condividono, condividono, condividono.
L’ultima moda dell’italiano medio, ancora gonfio di presupposti dopo i bagordi natalizi, riguarda la faccenda dei sacchetti biodegradabili a pagamento.
E mentre sui quotidiani nazionali si parla di alleanze, di riforme e rincari di gas e luce, i compaesani solerti s’incazzano in massa.
Ma sono davvero quei due schifosissimi centesimi a fare la differenza?
No, ovvio che no. È una questione di principio.
Ignari delle normative europee che obbligano all’uso dei suddetti sacchetti, i rivoluzionari tricolore, fanno collegamenti, studiano le tracce, si applicano nella contabilità spicciola.
Così spunta il primo imbecille che, tutto fiero, si presenta alla cassa del suo supermercato di fiducia con quattro arance, ognuna con suo bel codice a barre appiccicato sopra, convinto di aver fregato il sistema.
E si condivide, si condivide, si condivide.
Sia messo agli atti che il sacchetto biodegradabile gli è stato messo in conto lo stesso nello scontrino finale.
Ma è il gesto che conta.
Gli italiani non si piegano, MAI. Neppure per due monetine di rame destinate ad intasare il filtro della lavatrice.
Gli italiani sono spietati nelle proprie rimostranze.
Parte il carosello dei complottisti riguardante il fatto che la titolare di una delle aziende produttrici dei sacchetti incriminati sembrerebbe essere una simpatizzante di Renzi,
Conflitto d’interessi, si grida allo scandalo.
“Domani faccio la scorta di noci” ironizza qualcuno commentando l’ormai tristemente nota foto delle arance “Così sono cazzi vostri”.
Salvini, leader della Lega e abilissimo aizzatore di folle, non ha perso tempo schierandosi contro l’”indecente tassa”.
Salta fuori la retina svizzera lavabile e riutilizzabile. Evviva la Svizzera! Un popolo emancipato.
Che poi è la stessa Svizzera che vuole eliminare i frontalieri italiani perché rubano il lavoro e che, fino ad una manciata d’ore fa, ci stavano sulle palle.
Ma due centesimi sono sempre due centesimi, ripetiamo.
Non c’e nulla da fare.
L’Italia è in mano al popoletto, al luogo comune mafia e mandolino, alla dilagante imbecillità.
E così, mentre i laureati si barcamenano nell’oblio del precariato e spesso sono costretti a rifugiarsi all’estero, mentre gli operai smettono di fare la spesa alla terza settimana, mentre ad Amatrice si vive ancora per strada e mentre un paese una volta glorioso sta finendo definitivamente a puttane, gli italiani s’indignano.
Per due centesimi.
La nostra personale valutazione dell’ingiustizia.
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