C’è sempre fermento in casa Milan: sul fronte societario e … sul campo.
Ora per quanto riguarda il primo, chiamiamolo … punto, ecco la magmatica situazione dirigenziale, con Fassone e Mirabelli soli al comando e con una proprietà misteriosa e lontana che non si capisce allorquando e se arriverà, indubbiamente non consente sonni tranquilli, nonostante le ordinarie smentite di facciata, agli stessi amministratore delegato (Fassone) e direttore sportivo (Mirabelli).
Particolare non indifferente: il manager rossonero, sino a pochi mesi fa, alla Juve, al Napoli e all’Inter, in un certo senso aveva sempre lavorato leggermente defilato. La stessa cosa vale per Mirabelli. Ergo, forse è … per carità, non è che i due sono finiti in un meccanismo imperfetto già in partenza e… maledettamente più grande di loro?
Dulcis in fundo il fondo Elliot aspetterà notizie dalla Cina o, su suggerimento dello stesso Fassone cederà debito e testimone ad un altro colosso finanziario? E l’ex presidente Berlusconi è fuori dai giochi veramente? Lo scopriremo vivendo.
Intanto sul rettangolo verde, la squadra passata sotto la direzione tecnica (il tipo è tosto, ma ha le spalle larghe per sopportare un peso così pesante – pressante?) di Rino Gattuso (ha le palle, ma è triste, spaesato, confuso e nei giorni scorsi, condizionale d’obbligo parrebbe aver manifestato la volontà di lasciare la panchina bollente del suo Milan, ndr) stenta sempre assai. E l’obiettivo zona Champions Legaue, onestamente sembra un miraggio. Nota a margine: oltre al probabilissimo partente (già a gennaio?) Donnarruma, anche il deludente e deluso Leonardo Bonucci, dietro a una buona offerta (ma il City lo vuole veramente?) farebbe le valigie.
Stefano Mauri