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Juve Inter? Vince la paura di perdere, così il pareggio (0-0) è … d’obbligo

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Non è stato un bel Derby d’Italia. Tutt’altro. Spalletti è andato a Torino per non far giocare gli avversari. Mister Allegri si è adeguato (perché non Douglas Costa al posto di Mandzukic?) alla stragrande con un 4-3-3 più simile ad un guardino 4-4-2 e… alla fine, un bruttissimo 0 a 0 è il giusto risultato di una contesa poco real e tanto, tanto, ma tanto guardinga.

Il bianconero Dybala, finito in panchina per scelta tecnica, entrato al 30’ minuto del secondo tempo, vittima di uno schema che prevede sempre il croato Mandzukic, ahilui è apparso un corpo estraneo per l’ennesima volta. Khedira? Sottotono, col senno di poi sì, indubbiamente sarebbe servito forse Marchisio (perché gioca poco?) al suo posto. No?

Bene le difese, con Benatia (se sta bene è meglio di Bonucci e tra i migliori difensori al mondo) e Chiellini da una parte e , Miranda e Skriniar dall’altra in gran spolvero.

E’ piaciuta, nella Juve, la prestazione di De Sciglio e Cuadrado, restando in tema juventino è risultato il migliore in campo.

Higuain e Icardi? Per nulla serviti, ignorati dai compagni, insomma non è stato big match per loro.

L’erede di Buffon Szczesny? Mai impegnato seriamente, mentre il collega interista Handanovic, tra gli ospiti, beh è risultato il migliore in campo.

Nonostante il timore reverenziale esibito a Torino, quest’Inter plasmata dallo Sciamano Spalletti è da scudetto. Come Juventus e Roma, ma aspettiamo a mettere in panchina in Napoli. Vi pare?

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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