Da una parte, nonostante una campagna acquisti (fatta in realtà con le “figurine”) apparentemente faraonica e concretamente costosa, i risultati negativi sul campo, col miraggio qualificazione in Champions League, beh sempre più lontano. E col subentrato mister “Ringhio” Gattuso (è in difficoltà, mangerà il panettone?) che, chiamato al posto all’esonerato Vincenzo Montella, per raddrizzare la rotta dovrà sudare 25 camicie.
Dall’altra la paradossale, magmatica situazione societaria, col misterioso acquirente cinese Li Yonghong che non si sa quando acquisterà il Milan veramente, col fondo Elliot che entro il prossimo mese di ottobre (2018) pretende la restituzione del prestito onerosissimo concesso, la primavera scorsa, all’enigmatico Li per fare il closing e soprattutto finanziare il mercato firmato dal direttore sportivo Mirabelli finito, oggi, con l’amministratore delegato Fassone, sul banco degli imputati causa una gestione societaria nebulosa e una rendita sportiva disastrosa.
Ah, per vedere l’effetto che fa e, per respirare aria tranquilla, Fassone ha dato mandato alla BGB Weston (advisor londinese inglese), di trovare un Fondo paziente e generoso col quale sostituire Elliot (tuttavia l’ipotesi più concreta è che Elliot assorba il Milan e lo venda al miglior offerente) e rimandare i conti nel 2023. Ci capite qualcosa voi? E’ possibile che Silvio Berlusconi, politico esperto, imprenditore illuminato, calciofilo capace e vincente beh, abbia ceduto il Milan a un gruppo cinese senza liquidità immediata e, senza una precisa, pragmatica linea gestionale operativa.
Per la serie piove inoltre (o infine) sul bagnato, l’Uefa non si fida di tutta questa situazione e non concederà la moratoria al Milan sottoponendo, lo stesso club a pene e limitazioni da stabilire. Che brutta attualità per la compagine, tra le più vincenti al mondo, rossonera.
Ergo, presidentissimo Berlusconi, lei che prima di un ex patron fantastico è un milanista Rock, mi (e ci) consenta: dica la sua sul Milan, e … se può o vuole far qualcosa per diradare le nebbie e colorare il momento, parli ora o mai più. No?
Stefano Mauri