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La giostra delle accuse

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La giostra delle accuse ha iniziato il suo giro con Bill Cosby, il dottor Robinson dell’omonima serie. Vittime sedate e violentate. Processi e sentenze.
Sei troppo vecchio per finire dentro, caro Bill. Tornatene a casa e fatti vedere poco in giro.
Le luci si sono spente per poi riaccendersi su Harvey Weinstein, potentissimo produttore statunitense.
Vuoi lavorare per me? Vuoi fare successo?
Spogliati.
Anche Asia Argento, figlia inconcepibilmente bella del noto regista di film horror, ha calato l’asso.
“Ho subito violenze per poter girare ad Hollywood”.
In effetti tutti quanti, all’epoca di XXX, ci siamo chiesti cosa diavolo fosse passato per la testa ai produttori nello scegliere Asia come coprotagonista. Ecco la risposta.
La domanda è: senza lo “scambio di favori” tra l’attrice ed il produttore, la stessa, sarebbe mai arrivata a girare una pellicola di quel livello?
Parte la gogna mediatica. Kevin Spacey, uno dei più grandi attori della storia, viene accusato di aver abusato di un ragazzino. Si confessa omosessuale, i testimoni si moltiplicano, lo sbattono fuori dalla serie di successo House of Cards e Hollywood, l’innocente Hollywood, lo allontana con una spinta fuori dalla porta sul retro.
Arriva Stallone. Sesso a tre con una sedicenne e una guardia del corpo.
Un passaggio in aereo e torniamo in Italia dove il regista Fausto Brizzi (Notte prima degli esami, Maschi contro femmine, Poveri ma ricchi) viene accusato da una decina di ragazze di aver avuto atteggiamenti fin troppo confidenziali durante i provini.
E se non accettavi?”
“Mi faceva terra bruciata attorno. Ho detto di no e non ho più lavorato.”
E’ il mirabolante mondo del cinema, ragazze.
Ma non solo quello, lo sappiamo.
Sono spuntati sui vari social i quiz con il giudizio finale dell’avvocato.
Il tuo datore ti ha sfiorato una gamba?
Violenza sessuale.
Ti ha proposto un avanzamento di carriera in cambio di sesso?
Violenza sessuale.
Ti ha fatto i complimenti per il seno generoso?
Molestia.
E tutti sulla barca a far compagnia a Spacey, Brizzi e compagnia bella.
Ma la questione di base resta la stessa: perché non denunciare immediatamente un atteggiamento che si ritiene sconveniente ma aspettare di aver prima ottenuto tutto il possibile dallo scambio?
Asia Argento, nel suo breve periodo hollywoodiano, ha accettato i “ricatti” di Wenstein?
Si. Quindi non stiamo parlando di una vittima, ma di una complice.
Lei ha subito e accettato un ricatto, noi la sua interpretazione sullo schermo.
La caccia all’abuso sta diventando una pericolosa moda.
Le donne che accettano una violenza e non la denunciano non sono vittime, al massimo coprotagoniste di un contesto deplorevole. Da entrambe le parti.
La violenza sessuale, psicologica o fisica che sia, esiste da una vita. E continuerà ad esistere finché le donne non troveranno il coraggio di mettere a repentaglio il proprio successo in cambio di un minimo di doverosa giustizia.
Piangere in ritardo, stringendosi in un abbraccio collettivo, non serve.
La coerenza, l’onestà morale. Ecco quel che serve.
E in tutta questa schifosa storia vedo ben poche luci, solo tante ombre.
Da qualsiasi parte del palco mi fermi a guardare.

Alex Rebatto

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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