Allora sostiene qualcuno (bene informato, lungimirante, o semplicemente un pettegolo che tira ad indovinare?) che se… la Juve (auguri e 120 di questi anni) quest’anno ancora non riesce a sbranare, giocando bene per tutti i novanta minuti gli avversari, sostanzialmente dipende dal fatto che i bianconeri hanno la pancia piena e siano ormai giunti alla fine di un favoloso percorso calcistico.
Il ciclo epocale della Vecchia Signora è finito, malamente per giunta, in quel di Cardiff lo scorso giugno? Le troppe pause cui sono soggetti gli juventini rappresentano una resa, un segnale di smobilitazione inconscia ormai in fase avanzata? Lo scopriremo vivendo, ma l’impressione così, anche solo per vedere l’effetto che avrebbe potuto fare una svolta del genere, beh è quella che Agnelli e Marotta, dopo il Ko di Champions patito col Real Madrid avrebbero fatto bene a lanciare una vera e propria rivoluzione affidando la panchina a Simone Inzaghi o a Luciano Spalletti cambiando vari interpreti.Sì perché probabilmente, l’aver pensato di risolvere certi grattacapi tra Max Allegri e lo spogliatoio semplicemente allontanando Bonucci, ehm … alla lunga potrebbe non bastare, col rischio di trovarsi nel giugno 2018 con zero titoli in saccoccia e, soprattutto, con la rosa da rifondare dopo, praticamente, aver perso un anno.
Per carità, questa Juventus potenzialmente è ancora capace di tutto, ma urge trovare la quadra tattica e, in particolare, serve individuare un modulo e una rosa stabili per tornare a fare la partita almeno per 80 minuti e non solo per una mezzoretta abbondante. No?
Stefano Mauri