Dov’e’ finito Daniele Luttazzi? Il suo nome, per un paio di decenni rappresentante della migliore satira nazionale, e’ scomparso da sette anni.
Cosa avvenne nel 2010?
Fu un anno burrascoso per il longilineo mitragliatore romagnolo.
Partecipo’ all’evento online promosso dall’amico Santoro e sventaglio’ per venti minuti attacchi mirati, battute argute, rivalse e citazioni.
Il pubblico, in studio e a casa, andò in visibilio.
“L’uso che Minzolini, come si chiama quell’altro, Masi, ma no quell’altro, Berlusconi, hanno fatto della televisione pubblica pagata coi soldi di tutti, è un uso criminoso.”
E l’editto bulgaro venne rispedito direttamente al mittente con un geniale colpo di tacco.
Ovviamente il contrattacco non tardò ad arrivare.
Vennero pubblicati online i video nei quali il comico ripeteva (o traduceva, o citava o plagiava, come preferite) alcuni monologhi dei noti comici americani Hicks, Carlin, eccetera.
Si scatenò la sommossa mediatica.
“Copione! Bugiardo! Traditore!”
Striscia la Notizia, guidata dal buon Ricci che sa come interpretare di volta in volta il valore di un’amicizia, non perse tempo. Il tapiro venne rispedito al mittente.
Paolo Rossi, il comico, una volta mi racconto’ di quando Luttazzi pretese un rimborso dopo aver sentito pronunciare dal piccolo genietto friulano una sua battuta durante Che tempo che fa, di Fazio.
Rossi si rivolse ai suoi autori i quali confessarono che, si, in effetti si erano fregati una battuta di un comico francese.
Quindi chi è stato il furbo? Luttazzi o gli autori di Rossi?
Probabilmente entrambi.
Ad ogni modo, da quel momento, calo’ il silenzio. Le spiegazioni poco convincenti vennero messe in ridicolo. Il nome di Luttazzi scomparve dai cartelloni, dai palinsesti, ma non dalla memoria.
Ma veniamo al dunque: dov’e finito il Re della satira italiana?
Qualcuno dirà “è stato spodestato da Crozza”.
Può anche essere, anche se parliamo di individualità completamente diverse.
Luttazzi era rapidità, frecciate al vetriolo, cattiveria superbamente gratuita.
Crozza è uno straordinario guitto cavalcatore d’onde.
Dal 2010 ad oggi Luttazzi ha sfornato una manciata di libri di buon successo, segno inequivocabile che il suo pubblico non l’ha mai abbandonato.
Niente spettacoli teatrali, niente televisione. Niente più Fonzie/prepuzi lanciati al pubblico scandalizzato. Niente mutandine di Anna Falchi e alzate a Travaglio pronto a schiacciare.
Una parentesi chiusa. Punto e basta.
Lo scorso Aprile uscì online la notizia di un suo ritorno nei teatri. Tutti noi, inossidabili fans dalla memoria corta, eravamo già in coda alla cassa.
Purtroppo Aprile era solo all’inizio e la speranza venne smontata rapidamente.
Di Daniele Luttazzi non c’e più traccia. Si è tolto di mezzo in silenzio, forse sconfitto.
Di certo non ha potuto mimetizzarsi tra i nani di EuroDisney assieme ad un Brunetta furioso che cerca di uscire. O in un mucchio di letame che ha reso fertile l’immaginazione di Mr B. o, anche, in una classe nella quale insegnava Eco, che si era fatto la barba con il rasoio di Occam.
Non ci resta che aspettare e sperare che Luttazzi spalanchi la porta della sua magione segreta, indossi la sua camicia bianca, salti sulla sua Ferrari Made in Cina e torni a farci ridere e riflettere.
Del resto Mr B. è ancora lì, comprimario e protagonista della politica italiana, con il suo mucchio di soldi e i suoi voti.
Malgrado tutto.
Daniele Luttazzi a Raiperunanotte
Non fu Striscia, ma Le Iene, ma sempre di Berluskaz si tratta. Comunque qui trovi tutti i dettagli del killeraggio del 2010 con i nomi dei principali responsabili:
https://goo.gl/W0M8QO
Hai ragione. La consegna del Tapiro di Striscia risaliva al 2007, per un’altra faccenda. L’agguato delle Iene lo ricordo bene, ma si rivelo’ talmente costruito e blando da non meritare neppure di essere ricordato. Il modus operandi delle Iene ormai è tristemente noto. Ho letto il tuo pezzo (che sembra essere scritto da Daniele stesso) e mi trovi d’accordo con te nella quasi totalità dei punti affrontati.
Condividiamo la speranza di rivedere Luttazzi calcare i palchi che merita.
Un abbraccio.