Fabio Capello, durante la sua parentesi da allenatore della Juventus tra il 2004 e il 2006 stravedeva per il promettente Andrea Masiello, allora speranza della Primavera bianconera. Poi però storie di calcio e di vita ecco hanno portato, dopo vari prestiti in giro per l’Italia, il tosto Masiello al Bari.
E facendo assai bene, il forte Andrea nel capoluogo barese c’è restato sino all’estate del 2011 allorquando passa all’Atalanta.
Ahinoi, nel gennaio 2012, il calciatore viareggino viene squalificato per 2 anni e 5 mesi causa il suo coinvolgimento nel brutto affaire “Scommettopoli” (calcioscommesse), ma il sodalizio bergamasco non lo molla e lo tiene in organico, tra malumori e sussurri di piazza, nonostante la squalifica.
Così, scontata la pena, nel 2015 Masiello torna in campo e, nonostante qualche tifoso (e addetto ai lavori) mal lo sopporta o non lo vorrebbe vedere causa le vecchie “mattane”, beh Masiello, capiti gli errori si è rimesso sulla retta via ritrovandosi come uomo e atleta e, oggi, è un jolly difensivo (sa giocare in tutti i ruoli e schemi difensivi) capacissimo, appassionato, esperto, bravo e sempre pronto a sacrificarsi per la Dea Nerazzurra e per mister Gasperini che, giustamente, punta su di lui.
Uno come lui, tanto per intenderci, alla Juve attuale di Max Allegri tornerebbe utilissimo, ma il suo posto è a Bergamo. E l’altra sera, in Uefa League al cospetto dell’Everton, l’ex pupillo di Capello, (chissà, senza Calciopoli magari Masiello Andrea oggi sarebbe una colonna della Vecchia Signora di Torino), si è fatto notare per l’ennesima prestazione maiuscola. Chapeau a lui.
Stefano Mauri