La Procura di Napoli Nord ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sull’induzione al suicidio di Tiziana Cantone, la 31enne che si era tolta la vita per la vergogna. – FOTOGALLERY 1 | FOTOGALLERY 2
IL CASO – La diffusione di alcuni suoi video hard era diventata virale, arrivando ai media tradizionali e sfruttata perfino in video parodia e su alcune magliette. C’era chi l’aveva scambiata per un’aspirante pornodiva. Invece no. Dopo aver cambiato località per sfuggire agli sguardi dei concittadini, non aveva retto l’urto e si era uccisa.
L’INCHIESTA – Erano state aperte due inchieste: una per induzione al suicidio e una per diffamazione. La prima, a carico di ignoti, è giunta ad una richiesta di archiviazione.
LA DIFFAMAZIONE – La Procura di Napoli riteneva di non poter chiedere il processo nemmeno per la diffamazione. Ma in quel caso il gip aveva respinto la richiesta, disponendo nuovi accertamenti.
Edoardo Montolli per Oggi.it