Edoardo Montolli per Underground, Gqitalia.it
Il volto è noto a tutti, perché da anni conduce le numerose edizioni del Tg1 mattina. Adriana Pannitteri è la giornalista che anni fa diede alle stampe un libro shock: Madri assassine, in cui raccontava i suoi incontri, all’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, con diverse mamme che si erano rese responsabili del peggiore dei delitti: avevano ucciso il proprio figlio. L’inchiesta non prendeva posizione, si limitava ad analizzare nel profondo il buio in cui vivevano quelle donne. Tra chi fu colpito da quel libro vi fu un uomo, un detenuto, che da allora prese a scriverle. Raccontando il suo, di inferno. Di come aveva ucciso la sua ex quando aveva saputo – è questa la sua versione – che insieme al nuovo compagno stava preparando i documenti per togliergli la patria potestà. Dopo anni di ripensamenti, Adriana ha deciso di farne un romanzo sul femminicidio, ispirato a quella vicenda, un romanzo il cui titolo, omaggio a Garcia Marquez, dice già molto: Cronaca di un delitto annunciato (edito da L’asino d’oro).
Cronaca di un delitto annunciato è il tuo primo romanzo.
«Sentivo la necessità di cambiare modulo narrativo dopo diversi saggi dedicati alla malattia mentale e al testamento biologico. Ma non potevo fare a meno del mio passato da cronista e delle tante sollecitazioni che in questi anni ho raccolto proprio sulle problematiche della malattia mentale, come il viaggio che ho compiuto all’interno degli ospedali psichiatrici giudiziari per spiegare a suo tempo la pazzia delle madri che uccidono e le tante patologie dimenticate. Cronaca di un delitto annunciato nasce da una storia vera ma collocata in un contesto diverso che mi ha dato la possibilità di emozionarmi, di scendere nel profondo, e di affacciarmi sull’orlo del precipizio. In fondo è un noir. Ogni personaggio è protagonista con le proprie fragilità e le proprie paure. Nessuno è privo di sfumature e questo è stato il lavoro più difficile.
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