Come vi raccontavo in un precedente articolo ho sempre avuto un rapporto particolare con il matrimonio. ( Articolo nr 4) Gli abiti nuziali m’incuriosiscono e m’ affascinano. Tutta questa enorme preparazione per un rito sicuramente sentito ma forse un po’ troppo sopravvalutato. Tantissime energie fisiche e mentali che si risolvono in un giorno più o meno memorabile. Dove la stanchezza sopracitata fuoriesce con la decadenza lenta delle spose. Inizialmente impeccabili e bellissime, per finire inesorabilmente nel scompigliarsi la capigliatura, colare il trucco e a volte sporcare il bel vestito bianco con strascico. Avendo filmato il matrimonio di molti parenti ed amici, ricordo aneddoti divertenti ma sopratutto l’odio delle spose per le scarpe. Da tanto amate, belle con tacco alto, a tolte dopo l’ennesimo dolore ai piedi. Sorrido quando penso a due categorie di spose: Le ancora sposate, che conservano gelosamente il vestito nuziale ben coperto da cellophane, riposto fra un cappotto è una vestaglia nell’armadio della camera da letto, dove dormono col marito. Ma anche se rimane lì per anni e i fisici cambiano, molte donne si ancorano fisicamente a quel ricordo. E la seconda categoria: Le separate/ divorziate che vorrebbero disfarsene, ma lo tengono il più lontano dalla quotidianità, in cantina, in solaio. Alcune continuano a tenerlo finché non arriva un regista che ha sempre bisogno d’abiti nuziali. La mia attrazione per questi vestiti è talmente forte che ho realizzato molti progetti con spose ,vedete dei frame qui sotto dal titolo : ” Alba” con Sabina Lazzarini. Girato in questa scena a Consonno, paese fantasma nel Lecchese.
E’ solo l’ultimo di film a tema matrimoniale. Dove le interpreti fuggono o devono affrontare prove drammatiche indossando questo abito. Voglio raccontarvi le peripezie di uno di questi vestiti che nel corso degli anni è mutato. Si è trasformato nei vari film come se lo stesso avesse multi versatilità. Un giorno una mia collega mi dice:” Voglio buttare il mio abito da sposa in discarica, magari lo vuoi tu?” Si era da poco separata e appartenendo alla seconda categoria voleva disfarsene. Ma la cosa particolare è che mi dice:” Te lo do, ma distruggilo.” Sfregiare quel tanto adorato abito con la rabbia del tempo perduto. L’abito lo indosserà poi Alessandra Milone ne; ” La sposa vergine! ” Ve l’avevo già pubblicato, ma mentre lo rivedrete, immaginate la prima scena, dove la sposa è rinchiusa e deve ad un certo punto andare in bagno e trovato un tombino, non avendo carta, strappa un pezzo dello strascico per pulirsi. Il massimo dello sfregio e del transfert, perché in quella scena la mia collega era presente e vedeva il suo abito venire vessato è rovinato. Alla fine non sono riuscito a distruggerlo, era veramente bello, ma l’ ho trasformato. L’ho tinto, da bianco virginale è diventato grigio topo, utilizzato in alcune scene di un film del settecento: ” Sangue puro” e poi ricoperto di tessuto per un’altra scena. Ne vedete la trasformazione qui sotto.Ora è in un baule, ma non è detto che carico di così tante nuove emozioni, torni un giorno, nuovamente trasformato in un nuovo film. Con serenità e pace delle spose arrabbiate.