Quando sono in vacanza o mi trovo in un paese fuori dall’Italia, amo osservare gli atteggiamenti differenti. Di solito viaggio in periodi non caotici. Dove le città sono più calme. Prediligo i posti di mare perché vedere le onde infrangersi sulla battigia rilassano la mente. Ogni onda spazza via gli stress quotidiani e piano piano ti fai cullare dal moto ondulatorio dell’acqua. Naturalmente anche il divertimento è rallentato. Il targhet dei vacanzieri si alza d’eta’. Tendenzialmente comitive di anziani e coppie attempate. Resta comunque meno stressante muoversi in questo tipo di turisti. Vi voglio raccontare un aneddoto appena successo in Spagna. Stavo cenando, e oggettivamente noi Italiani abbiamo più gusto nel vestirci . Uomini che sembrano appena usciti dal lavoro, o che sono un’accozzaglia di colori. Donne che indossano abiti striminziti corti, senza reggiseno che mortificano il loro corpo con rotondità cadenti. Altre molto rugose che bruciate dal sole indossano abiti adolescenziali, ma forse sono loro le vincenti. Essere al mare , dove nessuno ti vede e ti conosce senza essere additato o criticato. Ma volevo raccontarvi un’altra cosa. Un’emozione. Vi dicevo stavo cenando , davanti a me un tavolo vuoto e poco distante seduta una donna.
Non saprei dirvi la nazionalità, forse tedesca, capelli biondo platino quasi bianchi raccolti in un modo strano. Boccoli fuoriuscivano da un fermaglio. Occhi piccolissimi, due fessure, molto rugosa, ma con un viso pieno, rotondo, ceruleo sebbene fossimo al mare, vestita di bianco. Aveva già cenato. Con lei un uomo pelato che le stava sulla sinistra. Non lo vedevo bene, semi di spalle non ne capivo l’eta’, indossava una maglia blu. Lei sui 75, 80 anni. Discorsi captati ma incomprensibili. Troppo distante per capirli. C’era intimità. Lei rideva sommessa. Sembrava quasi drogata. Faceva movimenti lenti. Come le onde del mare. Davanti a loro bicchieri sporchi di vino. Persone rompevano il mio sguardo passando fra i nostri tavoli, ma c’era qualcosa in quella donna, che mi rapiva ed affascinava. Mi sono detto: “E’ suo figlio.” Non ho resistito. Con la scusa di prendere qualcosa d’altro al buffet li ho osservati passando. Lui ultrasetttantenne le teneva la mano e lei vi si aggrappava come un’ancora. Lui un viso vissuto ma vestito giovanile, quello m’aveva ingannato, ma sicuramente giovani di spirito. Sono tornato a sedermi e li ho visti, capiti. Una coppia serena, allegra,felice. Sono stato travolto da una tenerezza fortissima. Un amore. Mani che si univano. Una che cercava l’altra. Ridevano insieme. Ad un certo punto lei sbadiglia. Lui le tiene la mano imperterrito come se fosse abituato a vivere tutto di lei. In un momento si alzano, lei forse ha bevuto troppo, ma non stacca la mano tenuta saldamente alla sua. Si muovono, lei molto grossa. Si aggrappa, appoggia il viso al suo petto. Lui la sorregge. Per un secondo lei lo guarda alzando il viso e gli sorride. Lui la osserva per secondi che diventano lunghi momenti di affinita e le accarezza il viso leggermente. Entro nella loro intimità fra decine di persone, rubandola. Tutto finisce. I due spariscono fra la moltitudine di abiti variopinti. Quell’illusione d’amore lascia spazio ad un tavolo vuoto. Lasciandomi astinente da tanta emozione rubata. Quanto vorrei riuscire a raccontarlo in un film. Difficile ricrearlo. Un amore anziano. puro,vero, sentito ma forse un’illusione.