Ha salutato quindi la Capitale e, soprattutto la Roma mister Luciano Spalletti, allenatore capace, appassionato, bravo, preparato, elaborato, profondo, lungimirante, complicato, raffinato che … adesso, sulle sponde nerazzurre dei Navigli di Milano, finalmente avrà la ghiotta opportunità (lavorare all’ombra del Colosseo non è mai facile, tanto meno è semplice vincere da quelle parti, ndr) di provare a vincere qualcosa, sul serio e serenamente, in Italia con Lele Oriali come scudo e Sabatini in cabina di regia.
Il voto ai quasi due anni giallorossi di Spalletti? Lucianone si merita un bel 9 pieno: con questa Juventus infatti non è facile confrontarsi. Particolare non indifferente: solo contro tutti, con una proprietà lontana anni luce dalla realtà capitolina, alla guida dei Lupacchiotti romani, ecco Spalletti non ha fatto male, tutt’altro. Dite che l’affaire Totti andava gestito diversamente? Per carità potrebbe anche essere, ma in fondo l’allenatore sostanzialmente ha fatto il suo compito badando all’insieme. Chi ha latitato nella fattispecie è probabilmente la dirigenza. No?
Reduce dal secondo posto coi giallorossi (e chissà se tutti hanno remato nella medesima direzione?), all’Inter Spalletti si presenta con tanta buona volontà e tutti i presupposti per far bene. Se sono rose fioriranno poi nel mese di maggio 2018.
Stefano Mauri