Chi scrive si trova alcune volte con una pagina bianca davanti e non sa bene come cominciare. Oppure scrive ininterrottamente, poi all’improvviso perde il filo, non gli viene il termine, la frase , o ancor peggio si trova bloccato nel proseguire un dialogo. Riuscire a scrivere un susseguirsi di frasi che siano scorrevoli e sopratutto reali non è sempre facile ed immediato. Serve a volte fare un viaggio nel ricordo ed attingere ad azioni o momenti vissuti . Ad esempio io, molti dialoghi, li rubo. Sono sempre stato un ottimo ascoltatore. Mi capita di rallentare il passo quando cammino e capto un dialogo interessante. I momenti più proficui sono stati i lunghi viaggi in treno. Dove il conoscere sconosciuti diventava ricchezza di scrittura. Per quanto molti miei progetti sono surreali e a volte assurdi devo comunque conoscere la realtà dei giorni nostri. Avendo superato i quarant’anni non posso comprendere appieno un adolescente di oggi o anche un anziano ultra ottantenne. Per cui capto i dialoghi e mi soffermo ad ascoltarli. La fonte è sempre differente ,come il risultato. Ricordo un dialogo fra una coppia mentre ero in vacanza a Rimini. Stavo riposando sul letto. In alcuni alberghi le pareti sono sottili e si sente molto delle altre stanze: Lo sciacquone del bagno che viene utilizzato, l’asciugacapelli in azione, rumori di mobiletti e sedie spostati. Ma sopratutto voci. Solitamente soffuse ed ovattate. Ma appena una persona alza il tono si espande velocemente. Ricordo quella sera. Una coppia che non riuscivo a capire di che età fossero. Era un dialogo strano. Sicuramente erano in due. Un uomo e presumo una donna, visto che l’altra persona non rispondeva. Vi racconto quello che ho immaginato ascoltando. Non saprò mai se è verosimile ma immaginate questa scena: il rumore dei piedi era greve e pesante, un grosso uomo sui cinquant’anni, appena uscito dalla doccia con un’enorme pancia e i capelli bagnati. Trascina scomode ciabatte di plastica usate anche in spiaggia. Quando si muove gocce d’acqua bagnano il pavimento. (Il rumore era sicuramente quello). Non trova un asciugamano e chiede alla donna di poterglielo dare. Questa sdraiata fa finta di non sentire. Ma sente tutto e non vuole ricominciare a litigare. Perché il dialogo surreale che segue sembra raccontare un litigio o comunque un conflitto. L’uomo ciabattando si avvicina alla donna e le dice: “Perché non mi ascolti?” Silenzio. ” Tu mi annulli!” Silenzio. ” Tu mi annulli. Stai lì e non parli. Lo capisci tu mi annulli, tu mi annulli!” Poi improvvisamente una porta si apre e sbatte. Silenzio. Ascolto con attenzione. Un automobile passa lontana. Le molle della rete del letto che si muovono. L’uomo si è seduto e immagino il suo respiro che in iper ventilazione lentamente si calma, fra un respiro e l’altro sento : ” Tu mi annulli!”. Queste frasi le ho inserite in una scena di ” Lettere d’amore” dove un uomo violento vessa la moglie che subisce senza pronunciare parola. ( con Laura Fortunske e Carlo Brizzi.)
L’ispirazione è i dialoghi sono ovunque.