Che senso ha cacciare Stefano Pioli a poche giornate dal termine della stagione quando, particolare non indifferente, ormai i buoi sono scappati del tutto? Mistero.
Non era infatti Pioli (ora) il problema di questa malinconica Inter, come non lo erano prima di lui i vari Mancini e De Boer. All’Internazionale di Suning, innanzitutto, soprattutto manca un uomo forte in società, un general manager pesante, pensante, operativo, di peso in grado di fare da collante tra la Cina e Milano. Il finale di stagione lo guiderà sul campo e in panchina il bravissimo Stefano Vecchi, nel frattempo è arrivato l’ex direttore sportivo della Roma Sabatini, uomo capace, calciofilo appassionato, addetto ai lavori competente e cacciatore di talenti sopraffino. Con lui probabilmente arriverà Lele Oriali, presumibilmente se ne andrà, oppure dovrà accettare un ruolo marginale, l’attuale diesse Ausilio.
Chi erediterà la panca momentaneamente occupata da Vecchi?
Luciano Spalletti è dietro l’angolo, salvo colpi di coda (Conte permettendo) toccherà a lui provare a lanciare la rinascita nerazzurra. Ma la situazione, intorno alla società un tempo presieduta da Massimo Moratti resta nebbiosa, magmatica, nebulosa e dai contorni confusi.
Sabatini è comunque un calciofilo capacissimo e tosto, un personaggio sulla carta in grado di fare la differenza in positivo ovunque. Riuscirà a rimettere in careggiata i nerazzurri meneghini il bravissimo Walter? Mah…
Stefano Mauri