Ecco a voi un racconto di umorismo nero scritto anni fa “in diretta” – stavolta senza interferenze da parte del pubblico. Partivo, su richiesta, da un incipit molto sintetico: le parole “La sigaretta”. Questa breve storia era destinata a una delle numerose antologie che per una ragione o per l’altra non sono mai andate in porto. Da oltre vent’anni del resto mi viene chiesto di partecipare a raccolte di racconti a tema, di vari generi, perché – mi è stato detto – il mio contributo spesso è uno di quelli che i lettori apprezzano di più.
Una volta tuttavia è capitato che un racconto, richiesto e accettato dal curatore dell’antologia, sia stato poi respinto dalla redazione… sospetto perché a giudizio di quest’ultima non ero abbastanza famoso. Il mondo dell’editoria italiana ha le sue piccole ma efficaci discriminazioni che, come tutte le forme di razzismo, dimostrano l’inferiorità di chi discrimina. Infatti quel racconto, in seguito, è stato pubblicato e ripubblicato, ottenendo una visibilità molto superiore a quella dell’antologia.
Un’altra forma di discriminazione è quella che riguarda i fumatori, additati come responsabili di tutti i mali del mondo. Ho visto gente lamentarsi di un fumatore – me – all’aperto, in una di quelle vie di Milano in cui si concentrano il traffico e l’inquinamento, che già in città supera abitualmente i limiti fissati come tollerabili, in mezzo a decine di fetidi tubi di scappamento, in un allegro vortice di polveri sottili. Ma è molto più comodo prendersela con un singolo fumatore educato che con una folla di guidatori di SUV assatanati. Buon ascolto.
Andrea Carlo Cappi
(Immagine dell’autore tratta da “Sei passi nella nebbia” di Francesco G. Lugli)