Innanzitutto applausi per mister Max Allegri fu Malinconia: il modulo tattico bianconero, vale a dire quel 4-2-3-1 utilizzato da qualche mese, beh ormai è una certezza che funziona tanto in Italia, quanto in Europa. Ergo applausi per il tecnico livornese, professionista indubbiamente oggi tra i migliori in circolazione e in attività. No?
La vittoria in scioltezza sul Barcellona (sta finendo un’epoca calcistica da quelle parti), prima perla autentica di questa Champions League 2016 – 2017 in chiave juventina, oltre a essere riconducibile agli innegabili meriti di coach Massimiliano porta comunque la firma del fantasista offensivo argentino Paulo Dybala, sublime ventitreenne in carriera (tra due anni potrebbe approdare in un top club inglese, tedesco o spagnolo, ndr) che è diventato una colonna portante di questa Juventus che mai come quest’anno, se tutto filerà liscio, parrebbe avere tutte le carte in regola per trionfare, magari in finale col Real Madrid, in Europa.
E il fatto che proprio dinanzi al connazionale Messi Dybala abbia messo il sigillo sul trionfo suoi e dei suoi compagni, in un certo senso è l’indizio ideale che, nel breve periodo, inevitabilmente comporterà il passaggio (col disegno indiziale tramutato in prova certificata) del testimone calciofilo appunto dalle mani dell’immenso Messi a quelle dell’allievo Paul. Che ne dite?
Stefano Mauri