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I figli del Berlusca respingono l’ipotesi cordata e vogliono vendere. Intanto la Juve…

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Prima di parlare di affari del pallone torniamo a venerdì scorso, ritorniamo a Torino allo Stadium dove la Juve ha battuto, meritatamente ma tra le polemiche (il rigore dubbio col quale Madama ha vinto è stato concesso a tempo scaduto) il sodalizio allenato da Montella (lui per il dopo Allegri allorquando sarà il momento?). E i calciatori milanisti si sono incazzati di brutto, con il portierone Donnaruma che ha baciato la sua maglia, mentre lasciava indemoniato il rettangolo verde, sotto la curva juventina. Tanto rumore per nulla? Può essere del resto certe polemicone italiche pallonare servono a poco, se non a nulla. Ora torniamo all’attualità.

Clamoroso a Milano, o meglio a Casa Milan dove, beh il presidentissimo Silvio Berlusconi, calciofilo straordinario, per cause non dipendenti dalla sua volontà, ma riconducibili ai figli e, in particolare, alla figlia Marina, suo malgrado ha dovuto rifiutare la proposta di una cordata italiana, un gruppo di 5 imprenditori, tra i quali il presidente della Pergolettese Massimiliano Marinelli, disposti, questi personaggi, tutti appassionati milanisti… ad affiancarlo nella gestione societaria rossonera evitando così la cessione del club.

Sì gli eredi diretti del grande Silvio vogliono vendere il giocattolo calcistico del padre. E vogliono cederlo pure in fretta. Già ma a chi?

Allora formalmente, la trattiva con Sino Europe, nonostante il closing saltato (slittato, prorogato nuovamente a fine mese o … tramonteràa breve?) e il non gradimento del Governo Cinese (che considera gli eventuali acquirenti del Milan persone poco gradite), condizionale d’obbligo sarebbe ancora in piedi.

Occhio però all’opzione Mister Bee, mediatore e uomo d’affari, lui sì considerato dalla e in Cina, ritornato in auge recentemente dopo essersi rivisto col Berlusca.

Cosa succederà adesso dalle parti del Portello? Aspettando mosse dal fronte orientale (Li Yonghong, numero uno di Sino – Europe Sports avrebbe dato garanzie, l’ultima caparra parrebbe in arrivo, la tracciabilità del denaro non rappresenterebbe più un problema) e da Bee, auspicabile sarebbe trovare soggetti europei o statunitensi cui vendere a un prezzo ragionevole l’Ac Milan, ma il tempo stringe ed è denso di malinconia, alla stregua del cure di Berlusconi senior, lui che aveva anche individuato un’ipotetica strada per continuare a fare calcio puntando sui giovani e sul risparmio. Ma … si sa, ai figli, appunto pezzi di cuore… non si comanda.

Stefano Mauri

 

 

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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