Decido di fare una scena particolare. Creare un rapimento con omicidio. Praticamente, senza chiedere il permesso, entriamo di nascosto in una casa in costruzione. (Di proprietà di un nostro zio.) Tenevo la telecamera in spalla e facevo un mafioso con il passamontagna che uccide un testimone d’omicidio scomodo.
Peccato che il testimone aveva dodici anni e io sedici. Giriamo questa scena in pieno giorno nel giardino della casa in costruzione. Una vicina , in realtà’ distava circa duecento metri dall’abitazione in cui facevamo le riprese, si trovava appostata come tutti i giorni alla finestra per osservare il vicinato. Per noia o curiosita’ non saprei dire. Praticamente finiamo di girare la scena e scavalchiamo il cancello d’entrata.
Nell’uscire una volante dei carabinieri ci si avvicina e ci ferma. Un carabiniere esclama: “ Abbiamo ricevuto una chiamata che asserisce esserci stato un omicidio in questa casa.” Io guardo Cristian in modo incredulo e un po’ spaventato mentre lui si agita. In pochissimo tempo il falso delitto viene svelato, la volante sta per andarsene ma da un sacchetto di plastica fuoriesce una lunga lama di un coltello. Quel giorno ho scoperto che la lunghezza di un’arma da taglio da portare con se’, non deve superare i quattro centimetri. Risolto anche questo piccolo inconveniente catalogato come marachella io e Cristian torniamo a casa restando dubbiosi su chi fosse la vicina curiosa.
Anni dopo, ne avevo venticinque. Per il film “Non guardare” Giro una cruenta scena di sangue in una vecchia fattoria abbandonata. Per raggiungere questa struttura bisognava camminare almeno venti minuti sopra una strada percorsa solo a piedi. Cominciamo a girare con abbondante sangue finto. Sempre con la telecamera a mano. Gli attori si immedesimano nelle scene e dove devono urlare non si tirano indietro pensando di essere in un posto isolato. Siamo verso la fine delle riprese. Ritocco il trucco ad un attore che ha il viso cosparso di sangue finto, sporcandomi le mani. Mi avvicino ad una entrata laterale della fattoria e sento che qualcuno si sta avvicinando. Due carabinieri a pistole spianate mi intimano di alzare le mani. Diciamo che ormai erano anni che facevo film percui non mi scompongo e tranquillamente alzo le mani sporche di sangue. I due mi dicono: “ Alcuni passanti hanno sentito urla e hanno pensato che si trattasse di un omicidio.” Ancora? Io sorrido e spiego la situazione ma i due credono che io stia girando uno snuff movie, film allucinanti dove ci sono vere vittime. Faccio fare il giro ai carabinieri che ci chiedono i documenti, anche agli attori cosparsi di sangue, e mentre li controllano, con fermezza finisco le poche inquadrature che mi mancano. Scoperto che si trattava di un film amatoriale, mi invitano ad avvisare sempre quando voglio girare in posti all’aperto. Inoltre mi chiedono se voglio filmare la volante che si avvicina o allontana. Ma sapevo che dovevo avere permessi scritti!
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