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14 LA VICINA CURIOSA. di Massimo Alborghetti.

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Solitamente quando si gira un cortometraggio o film . Con produzione a basso o alto budget è una buona regola chiedere permessi per poter effettuare riprese su suolo pubblico o in edifici particolari. Beh devo dire che negli ultimi anni sono molto ligio nell’ attenermi a questa regola. In teoria tutte le riprese effettuate a camera a mano, cioè senza l’utilizzo di carrelli o cavalletti sono esentati da tali richieste, ma bisogna sempre capire bene che cosa e chi si filma. Ci sono tutte una serie di regole e leggi sulla privacy, che possono rendere le riprese complesse. Per quanto ci sono telecamere in quasi tutte le strade, il filmare per un progetto di divulgazione, persone che passano o anche attori può comportare diritti e doveri da rispettare. In primis far firmare una deliberatoria che da’ la liberta’ di utilizzare l’immagine filmata. Tutta questa presentazione non per tediarvi con tutte le regole, ma per raccontarvi due aneddoti particolari e divertenti successi negli anni. Ho sempre vissuto in provincia e nel paese ci sono persone curiose. A sedici anni ho realizzato il mio primo film: “ Il campo di papaveri” dove obbligavo i miei cugini a recitare in parti esageratamente assurte. Architetti o giornalisti, infermiere  interpretati da dodicenni. In primis mio cugino Cristian Panzeri e mia cugina Sabrina Alborghetti. Che dopo mie lunghe insistenze accettavano remissivamente di parteciparvi.

 

Decido di fare una scena particolare. Creare un rapimento con omicidio. Praticamente, senza chiedere il permesso, entriamo di nascosto in una casa in costruzione. (Di proprietà di un nostro zio.) Tenevo la telecamera in spalla e facevo un mafioso con il passamontagna che uccide un testimone d’omicidio scomodo.

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Peccato che il testimone aveva dodici anni e io sedici. Giriamo questa scena in pieno giorno nel giardino della casa in costruzione. Una vicina , in realtà’ distava circa duecento metri dall’abitazione in cui facevamo le riprese, si trovava appostata come tutti i giorni alla finestra per osservare il vicinato. Per noia o curiosita’ non saprei dire. Praticamente finiamo di girare la scena e scavalchiamo il cancello d’entrata.

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Nell’uscire una volante dei carabinieri ci si avvicina e ci ferma. Un carabiniere esclama: “ Abbiamo ricevuto una chiamata che asserisce esserci stato un omicidio in questa casa.” Io guardo Cristian in modo incredulo e un po’ spaventato mentre lui si agita. In pochissimo tempo il falso delitto viene svelato, la volante sta per andarsene ma da un sacchetto di plastica fuoriesce una lunga lama di un coltello. Quel giorno ho scoperto che la lunghezza di un’arma da taglio da portare con se’, non deve superare i quattro centimetri. Risolto anche questo piccolo inconveniente catalogato come marachella io e Cristian torniamo a casa restando dubbiosi su chi fosse la vicina curiosa.

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Anni dopo, ne avevo venticinque. Per il film “Non guardare” Giro una cruenta scena di sangue in una vecchia fattoria abbandonata. Per raggiungere questa struttura bisognava camminare almeno venti minuti sopra una strada percorsa solo a piedi. Cominciamo a girare con abbondante sangue finto. Sempre con la telecamera a mano. Gli attori si immedesimano nelle scene e dove devono urlare non si tirano indietro pensando di essere in un posto isolato. Siamo verso la fine delle riprese. Ritocco il trucco ad un attore che ha il viso cosparso di sangue finto, sporcandomi le mani. Mi avvicino ad una entrata laterale della fattoria e sento che qualcuno si sta avvicinando. Due carabinieri a pistole spianate mi intimano di alzare le mani. Diciamo che ormai erano anni che facevo film percui non mi scompongo e tranquillamente alzo le mani sporche di sangue. I due mi dicono: “ Alcuni passanti hanno sentito urla e hanno pensato che si trattasse di un omicidio.” Ancora? Io sorrido e spiego la situazione ma i due credono che io stia girando uno snuff movie, film allucinanti dove ci sono vere vittime. Faccio fare il giro ai carabinieri che ci chiedono i documenti, anche agli attori cosparsi di sangue, e mentre li controllano, con fermezza finisco le poche inquadrature che mi mancano. Scoperto che si trattava di un film amatoriale, mi invitano ad avvisare sempre quando voglio girare in posti all’aperto. Inoltre mi chiedono se voglio filmare la volante che si avvicina o allontana. Ma sapevo che dovevo avere permessi scritti!

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Massimo Alborghetti

Mi chiamo Massimo Alborghetti . Ho sempre amato scrivere storie. Dopo aver scoperto la videocamera a sedici anni, ho realizzato il mio primo film e non mi sono più’ fermato. Amo raccontare storie psicologiche. Thriller , drammatici. Dopo aver frequentato una scuola da Ermanno Olmi ed aver fatto diversi corsi di Cinema,ho realizzato più’ di 100 cortometraggi e 10 lunghi. ho preso diversi premi e col denaro vinto ho continuato a realizzare e produrre. Essendo indipendente i miei film non sono perfetti ma non hanno vincoli e restrizioni. Eccovi il mio sito internet dove potete vedere alcuni miei lavori: www.massimoalborghetti.it

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