“Un silenzio fragoroso”.
Così qualcuno dei presenti, qualche integerrimo rappresentante mediatico, ha descritto l’aria che si respirava a Rigopiano durante i primi soccorsi.
I giornali si sono riempiti di titoloni, i tg di sospiri e sinfonie di sottofondo. Il silenzio fragoroso e’ rimasto custodito tra le maschere di neve rapprese in un ultimo spaventoso urlo, lì tra i boschi e le macerie.
Da buoni italiani sui social si è scatenato il cordoglio e il bisogno di chiarezza.
Quell’albergo poteva stare lì?
I soccorsi sono arrivati in ritardo?
Riposa in pace, chiunque tu sia.
E poi le autopsie sui corpi, quelli morti per soffocamento, quelli per schiacciamento e quelli per congelamento. Perché dobbiamo trovare un colpevole, un motivo.
Il motivo è che la natura si sta riprendendo il suo spazio, la sua natura appunto.
“Le valanghe seguono i loro percorsi dalla creazione del mondo, come torrenti e fiumi. Costruire sulla linea è memoria perduta. La montagna non gioca scherzi, se ne sta lì impassibile, fa la sua vita. E le valanghe, come gli automobilisti, non si fermano sulle strisce pedonali dell’ingenuità.” ha scritto Mauro Corona, uno che di certe cose se ne intende.
E mentre la natura si ribellava l”uomo cercava di allearsi, di combattere.
“Mi ha chiamato un mio amico, è crollato l’Hotel Rigopiano, ha moglie e figli. Ci sono altre persone” ha esordito il professor Marcella al telefono.
E niente.
Mentre la voce della montagna tuonava quella degli uomini si faceva mite, vacua, ovattata.
“E’ senz’altro uno scherzo”.
Un’ora e mezza di nulla. Di bianco, silenzioso, atroce nulla.
Già si preparavano i tavoli operatori. Soffocamento, schiacciamento, congelamento…
L’albergo, ormai sommerso, e’ stato raggiunto troppo tardi.
Qualche decennio in ritardo, probabilmente.
Ora, tra la neve che si piega sotto le pale e l’abbaiare dei cani, sempre meno convinti, resta sempre e soltanto quel fragoroso silenzio che sa di sconfitta.
L’uomo ha perso la sua battaglia con la natura.
Due volte.
Che ora, com’è giusto, si piangano le famiglie distrutte. Che si applauda al coraggio dei soccorritori.
Che si ascolti quel silenzio e lo si comprenda una volta per tutte.
L’ULTIMO NOIR DI ALEX REBATTO, PER KINDLE: