Noi lo diciamo da tempo, Dagospia (sito molto informato sui fatti) pure, fatto sta che, per carità: condizionale d’obbligo, i rapporti tra John Elkann e Andrea Agnelli, nonostante le smentite di facciata, ecco non sarebbero proprio idilliaci.
Sì perché Elkann gradirebbe allontanare il cugino dalla Juventus e addirittura, udite, udite dalla Fiat entro giugno, se non prima.
Andrea Agnelli invece, dal canto suo vorrebbe rafforzare il suo peso nell’area sportiva gravitante in orbita Fiat. Come?
Affiancando alla presidenza della Juve un posto nel Cda della Ferrari, opzione questa, percorribile anche grazie alla possibile uscita di scena, causa motivi etici, di Lapo dalla stanza dei bottoni di Maranello.
Ma Agnelli sarebbe inoltre impegnato su un altro strategico fronte, vale a dire quello di formalizzare la scalata al resort sciistico Sestriere un tempo posseduto, o meglio, inventato proprio dalla famiglia Agnelli (negli anni Trenta). In quest’impegnativa mission, ad affiancare il massimo dirigente juventino ci sarebbero Francesco Roncaglio (potrebbe prendere il posto di Aldo Mazzia nel ruolo di amministratore delegato bianconero qualora Elkann fallisse il tentativo di licenziare il pesante parente, ndr) e l’imprenditore Roberto Ginatta (col figlio Mario).
E dagli sviluppi della querelle (diatriba iniziata agli inizi degli anni Duemila, in piena epoca Moggi – Giraudo) Elkann Agnelli, naturalmente, dovrebbe dipendere il futuro della premiata e vincente accoppiata juventina Marotta & Allegri, rispettivamente direttore generale e allenatore vicini al mite, ma tosto John Elkann.
Stefano Mauri