Cosa accomuna mister Luciano Spalletti e Massimiliano Allegri? Innanzitutto sono entrambi professionisti capaci, bravi tanto ad allenare (con risultati differenti), quanto … a gestire campioni, poteri forti e alchimie tipiche dei grandi club. Poi tutti e due conoscono la materia calcistica, sanno il fatto loro, sono vincenti uomini di mondo e chissà, magari un giorno si scambieranno le panchine. Del resto, mai dire mai.
Ma c’è un’altra cosetta, oltre all’intelligenza, che accumuna i due calciofili toscanied è la seguente: guidano, ottenendo i massimi profitti due rose sulla carta non perfette, badiamo bene: con la Juve che pur fortissima rispetto alle passate edizioni è meno quotata, eppure spesso e volentieri finiscono nell’occhio feroce, esasperata e spesso ingiusta della critica e di certa tifoseria che proprio non li sopporta.
Prendete in particolare e per ribadire il concetto… Allegri, a Torino e in Italia sempre più mal sopportato da tanti juventini, primo in graduatoria alla guida sì di uno squadrone, ma con un centrocampo scarso e male assortito se paragonato alle sue precedenti Juventus. Dite che non è vero? E allora dove sono finiti, o meglio, chi ha sostituito Pirlo, Pogba e Vidal?
E Spalletti? Finalmente dopo secoli arriva uno che prova ad andare oltre il Derby Roma – Lazio e invece di applausi riceve critiche, comprese le rimostranze di Ilary Blasi, senza potere di replica. Insomma, Allegri e Spalletti meriterebbero, indubbiamente, ben altra considerazione. La troveranno tra qualche mese altrove?
Stefano Mauri