Penso che sia importantissimo, per ogni tipo di lavoro o passione conoscerne le basi. Certo si può’ essere dei geni e tutto ti viene naturale. Ma anche le ipotetiche abilita’ che non si sanno incanalare, con gli studi necessari possono fuoriuscire aprendoti un mondo sulla creatività. Negli anni ho cercato, prima in solitaria, con la visione di film in continuazione e poi in gruppo, frequentando appassionati, registi scuole e corsi di cinema, di affinare e conoscere le mie potenzialità espressive. Nel 93 grazie ad una selezione accurata sono stato preso x una scuola sperimentale: “ Ipotesi Cinema” creata da Ermanno Olmi. Frequentare quella scuola speciale è stato un importante passo per capire quanto fosse importante studiare approfonditamente la tecnica di ripresa e il lavoro di gruppo, ma sopratutto portare nelle storie l’emotività e realizzare un prodotto non solo tecnico ma con il cuore.
Vi voglio raccontare il primo giorno che ho conosciuto Ermanno Olmi. Dovevamo portare alcuni nostri video. Ancora non si utilizzavano computer, sembra assurdo pensarlo ora, ma si montavano i video con due videoregistratori ed era tutto,come dire, fisico. Togli e metti videocassette. Ora con i computer tutto è più semplice ma complesso allo stesso tempo. Insomma ognuno porto’ un suo prodotto “ amatoriale”.
Io mostro“ A. p. m.” E’ un film basato su dei racconti per bambini che avevo scritto a diciotto anni.
E’ fondamentalmente la storia di una padella da cucina che passa di mano in mano, fino ad un epilogo inaspettato. Si presenta quest’uomo molto alto e robusto. Si siede in prima fila. Eravamo circa una ventina e io ero seduto verso il fondo della sala. Dalla mia angolazione,di questo grande uomo ne colgo solo il profilo. E le enormi mani. Mentre osserva i vari video, assiste attento e silenzioso ma anche reagendo con movimenti del corpo molto partecipi. Del mio dirà “ Bell’idea, girata con passione e divertimento, con inquadrature acerbe!” Ricordo la gentilezza della sua voce ma sopratutto il modo di muovere le mani, grandissime. A dire il vero non ero un suo estimatore, ma dopo la visione dei nostri video,ci mostra un documentario che non e’ mai stato finito ne’ distribuito.
Sulle scope di saggina! Sinceramente, mi dico: “ Un documentario sulle scope? Chissà che noia!”
Parte questo film. Dalla materia prima, appunto saggina, rami secchi, alla creazione di opere magnifiche. Perché in quel filmato trasuda la bellezza del materiale e la passione di chi le crea e le assembla. Con colori così’ vivi e veri, con una voce narrante avvolgente. Non c’era musica ma la colonna sonora erano le superbe immagini. C’erano i movimenti dei rami che diventavano ruote somiglianti a girandole gialle, e bastoni di legno che ballavano fra le mani dei costruttori. Li’ ho imparato ad amare i film di Ermanno Olmi ma sopratutto a metterci il cuore nel realizzare progetti. Come si dice: mani grandi cuore grande.