Una locanda è anche un luogo sinistro. Il viaggiatore arriva da lontano, non conosce nessuno, ci resta per poco. E quando dorme, ignaro di tutto, chi può sapere quali insidie non si possano materializzare? Due grandissimi racconti di Joseph Conrad e Ion Luca Caragiale, tradotti e spiegati da Paolo Brera
Una locanda è anche un luogo sinistro. Il viaggiatore arriva da lontano, non conosce nessuno, ci resta per poco. E quando dorme, ignaro di tutto, chi può sapere quali insidie non si possano materializzare? Già nell’antichità classica gli osti, i caupones, erano sospettati di orrendi misfatti: per esempio, di uccidere gli avventori e farne salsicce da servire a quelli dopo.
Ma rispetto a certe altre fantasie, è ancora niente. Le strade dell’Inferno sono lastricate di buone intenzioni, ma se ai loro lati ci sono degli alberghi, quali pericoli celano? Le ostesse non saranno poi streghe, i mici potenze tenebrose? Certo in cucina sobbollono ingredienti innominabili, dalla mandragora al colchico, dalla coda di rospo alle ali della rattapignatta, dalla Marmite alle hamburger McDonald’s. Altro che le pensioni romagnole!
Lo sfortunato che passa di lì non può aspettarsi delizie da inclusive tours. Deve temere la perdizione del corpo e magari quella dell’anima. In questo volume sono riuniti due casi insigni di locande dove agiscono delle streghe: uno descritto dall’anglo-polacco Conrad, uno da Caragiale, un grande romanziere rumeno. Serio e tenebroso il primo, faceto e tenebroso il secondo. CON TESTI ORIGINALI A SEGUIRE
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L’AUTORE
Paolo Brera
è nato nel secolo scorso, non nella seconda metà che sono buoni anche i ragazzini, ma nell’accidentata prima metà, quella con le guerre e Charlie Chaplin. Poi si è in qualche modo trascinato fino al terzo millennio. Lo sforzo non gli è stato fatale, ma quasi, e comunque potete sempre aspettare seduti sulla riva del fiume. Nella sua vita ha fatto molti mestieri, che a leggerne l’elenco ci si raccapezza poco perfino lui: assistente universitario di quattro discipline diverse (storia economica, diritto privato comparato, eocnomia politica e marketing), vice export manager di un’importante società petrolifera, consulente aziendale, giornalista, editore, affittacamere e scrittore.
Ha pubblicato una settantina di articoli scientifici o culturali, tradotti in sei lingue europee, due saggi (Denaro ed Emergenza Fame, quest’ultimo pubblicato insieme a Famiglia Cristiana), due romanzi e una trentina di racconti di fantascienza, sei romanzi e una decina di racconti gialli, più un fritto misto di altri racconti difficili da definire. Negli ultimi anni si è scoperto la voglia di tradurre grandi autori, per il piacere di fare da tramite fra loro e il pubblico italiano. Questo ha voluto dire mettere le mani in molte lingue (tutte indoeuropee, peraltro). Il conto finora è arrivato a quindici. Non è che le parli tutte, ma oggi c’è il Web che per chi lo sa usare è anche un colossale dizionario pratico. L’essenziale è rendere attuali questi scrittori e i loro racconti, sfuggire all’aura di erudizione letteraria che infesta l’accademia italiana, e produrre qualcosa che sia divertente da leggere. Brera ci ha provato.