L’autore di Sherlock Holmes e le ombre di Gubbio racconta i particolari meno noti del detective più famoso di sempre a Gq: sesso, donne e droga. Ecco uno stralcio dell’intervista…
È vero che Sherlock Holmes si drogava?
«È vero e non è vero. È vero che usava cocaina al 7 per cento iniettato con una siringa sotto la pelle nel braccio. Solo che all’epoca la cosa era perfettamente legale, la cocaina si comprava sotto casa dal droghiere. Era usatissima dagli intellettuali e raccomandata dai medci, specie per togliersi di dosso la dipendenza da morfina, anch’essa legale. Tra gli altri, Sigmund Freud prese posizione sull’argomento difendendo e raccomandando l’uso della sostanza, che per la verità era usata anche da gente comune. La Coca Cola ne conteneva parecchia, e il famoso vino digestivo Mariani, noto in tutta Europa, conteneva cocaina sciolta nel vino: veniva preso dopo cena, e il suo “testimonial” raffigurato sull’etichetta era Sua Santità Papa Leone tredicesimo. Quindi Holmes usa cocaina, ma non ha nulla a che fare col tossicomane di oggi. La usa per combattere la noia quando non ha enigmi da risolvere, avventure da affrontare: e Watson, che è un medico aggiornato, lo invita sempre di più a farne a meno. Lo fa perché in quegli anni aumentavano le prove della pericolosità della sostanza sulle riviste mediche, e Watson lo sapeva: e infatti Holmes cede alle pressioni del suo amico e da un certo momento vi rinuncia del tutto».