Alessandro Pasini, giornalista del Corriere della Sera, inviato a Valencia (dove oggi lavora l’ex Ct della nazionale … intervistato ad hoc) per intervistare Cesare Prandelli fu Claudio, beh grazie all’intervista shock rilasciatagli dal trainer bresciano, ecco diciamo che ha fatto il botto. Eccovi qualche stralcio rock.
Il suo famoso codice etico suscitò ironie.
<Normale. Ma diciamola tutta: dal giorno in cui ho detto che votavo Renzi tutto è cambiato>
Era meglio essere un po’ paraculi?
<Ah sì. Il calcio ne è pieno. La prima regola è pararsi, poi vediamo>
Ma la Spagna (Euro 2012) era davvero imbattibile?
<Quella partita non l’ho potuta preparare: avevamo fatto trasferimenti lunghi e zero allenamenti, e avevamo subito infortuni. Non ho potuto capire chi era pronto e chi no. L’ho ammesso e mi hanno criticato. Ma comunque loro erano i più forti di tutti.
Ma le parole più amare, Cesare Prandelli le ha detto in merito alla sfortunata esperienza brasiliana alla Coppa del Mondo 2014: <La ferita del Mondiale è ancora aperta. Criticare va bene, massacrare no. Prima del Brasile collaboravo con associazioni benefiche, dopo la sconfitta mi hanno gettato via, mi hanno tradito. Una cosa sconvolgente, ma anche tipica italiana>.
Pensiero finale sulla sua Atalanta: <Il modello bergamasco nerazzurro è quello ideale. Grazie all’attaccamento ai colori e ai Percassi che hanno giocato nel club. Lì giovani sono linfa vitale>.
Ironia della sorte, a quanto pare, Prandelli, all’epoca attratto dalla possibilità di allenare la Lazio, poi però saltò l’accordo, solo cinque mesi fa, la panchina della Dea atalantina, ebbene … la rifiutò. E il presidentissimo Percassi, che da tempo comunque lo seguiva, alla fine scelse mister Gasparini, cioè colui il quale, oggi, l’Atalanta la sta facendo letteralmente volare.
Stefano Mauri