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Lapadula in nazionale e Balotelli a casa. Ma perché Ventura non chiama il Balo?

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Per carità, la convocazione in nazionale dell’attaccante milanista Lapadula, per la cronaca punta interessantissima, forse esplosa tardi e, che per certi versi assomiglia, sgombriamo il campo da eventuali equivoci: vagamente e a modo suo, a Tevez, ecco in un certo senso è, se non cosa buona e giusta, una sorta di atto dovuto, considerando la penuria attuale di interpreti italici autoctoni, degni di tale nome.

Ma insieme a lui, in azzurro, il commissario tecnico Ventura, (forse) avrebbe fatto bene a convocare Mario Balotelli (inviso dai senatori dell’Italia?), centravanti dalle indubbie doti (ma con la testa un pochino folle) che, oggi, in Francia, con la casacca del Nizza sta facendo benissimo. Non trovate?

Dato a Cesare (Mario) ciò che è di Giulio Cesare (Balotelli), un … “pensierino” ulteriore sul Ventura commissario tecnico poco libidinoso e tanto nervoso, magari, un tantino indicativo sì, lo è.

Se infatti da un lato è vero che per portare a casa, nel breve periodo, risultati importanti, più che giovani virgulti da plasmare occorrono bucanieri esperti e plasmati. Ma … al netto di vari grattacapi, intendiamoci: il football italico è poca roba in questo novembre 2016 post Expo, guardando con estremo interesse a squadre in ottima salute (in costante evoluzione) tipo Milan, Torino e Atalanta, mah, fossimo nei panni del Ct ostenteremmo maggior ottimismo e, decisamente, invece di guardare a moduli sperimentalconsolidati quali l’eventuale 4-2-4 o il 3-5-2 inizieremmo a studiare il 4-3-3 o il 4-4-2. Che ne pensate?

Dulcis in fundo: chi, tra i pezzi da novanta italici (Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli, De Rossi, Montolivo, Florenzi, Marchisio), ammesso e non concesso sia veramente così la faccenda, non vuole Balotelli come compagno da rappresentativa?

Stefano Mauri 

 

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

Un commento

  1. Ma basta con sto Balotelli.
    A che cosa serve cavallo pazzo? Le sue occasioni le ha avute. Riponiamo le nostre speranze su giocatori anche meno dotati ma più affidabili

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