Alcuni anni fa un mio vecchio racconto breve, tanto per cambiare incentrato sulla figura di un assassino seriale, soprannominato Fauci di belva per i terribili morsi con cui squarciava la gola delle vittime, è capitato tra le mani di un giovane, brillante studente universitario, Nicolò Trunfio, che si diletta di cinema ed ha curato, con lusinghieri risultati, la regia di alcuni cortometraggi.
Nicolò è un appassionato di letteratura e cinema thriller e horror.
Il racconto gli è, bontà sua, piaciuto a tal punto che ha pensato di trarne un corto da presentare per la tesi di laurea.
È stato un piacere, per me, fargli utilizzare il soggetto.
La sceneggiatura, fattami pervenire in anteprima, era assai fedele al testo del racconto, per cui ho atteso con curiosità e impazienza di visionare il prodotto finale.
Pur con mezzi limitati , e potendo contare su interpreti bravi ma non professionisti, Nicolò è riuscito a dare un efficace rappresentazione della storia, che narra il momento della cattura di Fauci di Belva.
Quanto al killer, ho sempre pensato che sia una delle mie invenzioni più “forti”.
Credo non sfiguri al confronto con William Vizzardelli, l’incredibile serial killer bambino degli anni 30, veramente vissuto, intorno alla cui vicenda è costruito il romanzo “La logica del Burattinaio” , scritto a quattro mani con l’impareggiabile Daniele Cambiaso.
E neanche col tenebroso “Burattinaio” del titolo.
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