Allora, su Maurizio Sarri, trainer del Napoli, uomo di campo e … allenatore inteso puramente come tale, niente da dire: il tecnico è preparato (ma dovrebbe applicare maggior turnover), conosce la materia, sa il fatto suo, ha fatto bene in passato ad Empoli e l’hanno scorso al Napule.
Ma sul Sarri mediatico tuttavia, che chi guida un top club, volente o dolente deve pure comunicare e bene, ecco qualche dubbio, per carità nulla di grave, sorge spontaneo. E se ne è accorto pure il presidentissimo Aurelio De Laurentiis (maretta tra i due?) visto che pochi giorni fa, all’indomani dell’ennesima lamentela del suo mister in merito ad un arbitraggio, beh senza tanti giri di parole gli ha detto di badare essenzialmente al campo.
Per la cronaca, pure quanto dichiarato domenica scorsa, dal coach dei partenopei, dopo il brutto Ko patito dai suoi ragazzi a Bergamo, al cospetto dell’Atalanta :<La Juventus è di un’altra categoria, fa torneo a sé>, probabilmente al management napoletano non garberà del tutto, soprattutto perché in fondo siamo solo all’inizio, innanzitutto poiché questa Juve, pur prima e forte, non pare irresistibile e la rosa napuletana non è poca roba. Tutt’altro.
Il fatto è che ci sono due facce di Maurizio Sarri: una quella del self made man di provincia che sgobbando è arrivato a lavorare in una piazza importante e che Sacchi avrebbe voluto al Milan intriga e garba assai. L’altra, quella del classico provinciale che sempre piange, si lamenta e accampa scusa invece evidenzia potenziali limiti che ne potrebbero frenare l’ascesa.
Ma ci sarebbe infine una terza opzione: cioè che il Maurizio talvolta lagnoso, lamentandosi, magari deluso dal mercato, in codice lanci messaggi alla proprietà.
Qual è la vera faccia del pupillo di Sacchi attualmente guida tattica della seconda forza del campionato? Lo scopriremo vivendo.
Stefano Mauri