Arkadiusz Milik, centravanti polacco calcisticamente esploso nell’Ajax, laddove per la cronaca, in epoche diverse, attaccanti del calibro di Ibrahimovic, Suarez e Van Basten sono esplosi, in questo momento sta facendo le fortune del Napule ove, l’estate scorsa, tra l’indifferenza generale era arrivato per sostituire un certo Gonzalo Higuain.
E … a volerlo fortemente al Napoli, dopo che l’anno scorso l’Inter lo aveva scartato, ecco è stato il diesse partenopeo Giuntoli, professionista capace, poco mediatico, ma gran lavoratore e profondo conoscitore della materia per la quale (o nella) eccelle. Bravo Giuntoli quindi, e bravissimo, quando non piange è uno dei migliori allenatori sulla piazza, trainer Sarri, artigiano della panchina che sa il fatto suo e che forse meritava di … arrivare prima in una grande piazza.
Sì perché Sarri sa valorizzare, attraverso il suo gioco, i vari centravanti che periodicamente allena, ma deve assolutamente evitare di cadere, ahimè aspetto caratteriale spesso predominante, di piangere all’eccesso, trasformandosi in “Signor Piangerò” e lamentandosi di tutto, tanto e tutti. No?
Per intenderci, se e allorquando Sarri cade nella tentazione del … continuo “dolce lamento”, ecco crea, direttamente o meno, alibi nei suoi stessi calciatori, getta al vento energia preziosa e perde concentrazione. Non a caso, nel febbraio scorso, al decisivo big match con la Juventus, il Napoli arrivò spompo, molle, intimorito, disturbato da polemiche interne, stremato e … perse partita e scudetto.
Stefano Mauri