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Milik di testa è un fenomeno, Max Allegri basta col 3-5-2 Malinconia in Europa …

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Il polacco Milik, con due reti di testa, specialità nella quale eccelle, a Kiev ha trascinato il Napule alla vittoria sulla Dinamo: tre punti d’oro che lanciano e soprattutto gasano il Napoli in orbita.

Ebbene, i bene informati, tra i quali il giornalista (Re del Calciomercato) Michele Criscitiello, assicurano che, giusto un anno fa, l’osservatore dell’Inter Mirabelli, oggi direttore sportivo in pectore del Milan, ecco, il Pennellone della Polonia, l’aveva segnalato all’Internazionale, poi però l’affare è sfumato.

Ergo applausi al team partenopeo che Milik l’ha comprato, ma i complimenti se li merita pure Mirabelli per aver intuito, tra i primi, le enormi potenzialità dell’attaccante ex Ajax.

Se a Napoli ridono, a Torino, sponda bianconera del Po non sorridono: il debutto, in casa col Siviglia (squadra scorbutica da affrontare) della Vecchia Signora ha infatti fruttato un solo punticino col trainer bianconero Max Allegri accusato di eccesso di difensivismo per aver lasciato in panchina Pjanic ed Alex Sandro i quali, subentrati, di fatto hanno cambiato il match pur non riuscendo ad acciuffare i tre punti. Cosa non è piaciuto del debutto in Champions League (Barcellona favorito per la vittoria finale) juventino?

Innanzitutto il modulo tattico, quel timido, anacronistico 3-5-2 che fuori dall’Italia non funziona e mette malinconia: che … questa Juventus con un bel 4-3-3 (con un terzetto offensivo composta da Higuain, Dybala e Pjaca) farebbe meglio. No? Le altre note dolenti? Dybala gioca troppo lontano dalla porta, Evra è ormai un panchinaro e non andava confermato, Lemina, pur avendo i numeri, ha poca personalità. Capito? Intendiamoci, il tempo per recuperare c’è tutto, non è il caso di fare drammi, ma urge la scossa in casa Juve. E soprattutto, a gennaio, Marotta e Paratici farebbero bene a completare l’incompleta rosa juventina. Pogba non è infatti stato sostituito e in mezzo al campo manca un bel playmaker. Che ne dite?

Stefano Mauri

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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