Francesco Totti, leggendario Capitano (iniziale maiuscola doverosa) della Roma e, soprattutto, autentico, sempreverde, energetico (nel senso che accende di energia e luce luminosa ogni cosa che fa), Magico quanto la Magica (Roma), e fantastico fuoriclasse di questo football postromantico e moderno, domenica, sotto il diluvio ha salvato la sua squadra facendo tornare il sole, dopo il diluvio, sullo stadio Olimpico.
Sì, questo Totti è assolutamente una ginestra luminosa in quel deserto grigio e desolante che è il calcio italico.
E l’ex commissario tecnico della nazionale Antonio Conte, agli ultimi Europei di calcio tenutosi, tra giugno e luglio in Francia, ecco, il Pupone, questo Pupone che si alza dalla panchina, entra in campo e, proprio come contro la Samp, accendendo la squadra, cambia la partita in positivo, doveva convocarlo. No?
Dato a Francesco, ciò che è di Totti, va elogiato, pure il comportamento del trainer giallorosso (oggi uno dei migliori tecnici in attività in Italia) Luciano Spalletti il quale, saggiamente dosando il minutaggio del Capitan Leggenda (un pochino come avrebbe potuto fare Conte, ndr), probabilmente gli sta allungando la carriera. Col senno di poi, l’unico neo della gestione Spalletti è che … nel doppio match europeo, valevole per la Champions dinanzi al Porto, e gettato, dai Lupacchiotti alle ortiche malamente, forse Totti meritava maggiore considerazione. Dite di no?
Ma questo rimane tuttavia un discorso complicato e complesso che per ritornare a vincere qualcosa che conti sul serio, più dei giocatori motivati, al team romanista serve una società presente, vicina, sul pezzo e partecipe.
Stefano Mauri