Cronaca Vera intervista Andrea Carlo Cappi, autore dell’official ebook “Fenomenologia di Diabolik”, edito da Algama. Ecco cos’ha raccontato lo scrittore italo-spagnolo, già autore di quattro romanzi sul Re del Terrore ed Eva Kant.
MILANO- Tutti i segreti del ladro più famoso di sempre in “Fenomenologia di Diabolik”, un ebook edito da Algama e scritto da Andrea Carlo Cappi. Dello scrittore Cronaca Vera ha ospitato in passato alcuni racconti e sappiamo bene quanto sia un esperto di James Bond, tanto da essere conosciuto nell’ambiente come il “bondologo” italiano. Cappi è anche l’uomo che ha trasformato i fumetti in romanzi. Capitò col celebre Martin Mystère, è capitato ben quattro volte proprio con Diabolik, cui ora dedica questo saggio alla scoperta del mondo delle sorelle Giussani, che inventarono il personaggio decenni fa. Un ebook ufficiale, perché autorizzato dalla Astorina, la casa editrice del fumetto.
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Da 007 a Diabolik, Cappi ha forse nostalgia degli eroi anni Sessanta.
«Sì, è molto probabile – ci dice – dato che sono quelle le storie che ho letto e visto da bambino e che più mi hanno influenzato come scrittore: i protagonisti dei miei libri sono quasi tutti spie o criminali. E poi 007 e Diabolik sono personaggi che ho frequentato da vicino: il primo come traduttore, il secondo come romanziere. Per uno scrittore di thriller, rappresentano due filoni molto interessanti e relativamente poco frequentati soprattutto dagli autori italiani, che in questi anni si sono lanciati su indagini di commissari o delitti di serial killer. Costruire una buona storia di spionaggio o la trama di un colpo è sempre una sfida interessanti. Inoltre, inquadrati nell’epoca in cui sono apparsi, i due personaggi hanno anche una valenza molto innovativa: Bond indaga come un detective, ma di base è un killer autorizzato dal servizio segreto; Diabolik è un criminale ma non un ladro gentiluomo, dal momento che non si fa scrupolo di uccidere quando lo ritiene necessario. Sono due figure che all’epoca si discostavano notevolmente dal classico eroe buono e che oggi sono agli antipodi degli eroi buonisti».
Che cosa distingue Fenomenologia di Diabolik dai molti libri già scritti sull’argomento?
«Il mio punto di vista personale. Ho toccato molti argomenti generali, da come sono nati Diabolik e gli altri personaggi della serie, all’impatto che hanno avuto sulla cultura popolare italiana – generando il fenomeno dei fumetti neri che tanto scandalo generò a metà anni Sessanta – per arrivare alle varie declinazioni quali romanzi, cinema, cartoni animati, adattamenti radio e audio, musica, fino alla nuova serie a fumetti DK. Ma soprattutto volevo raccontare ciò che ho scoperto lavorando ai miei romanzi. Quindi esamino la psicologia del protagonista, di cui ho discusso a lungo insieme a chi con lui convive quotidianamente in redazione. Affronto il tema dello scorrere del tempo, che per tutti i personaggi a fumetti va più lento che per noi esseri umani, ma che nell’universo di Diabolik ha regole particolari: per esempio i quasi cinquantaquattro anni di avventure a fumetti corrispondono a tredici anni e qualche mese nella vita di Diabolik ed Eva. Traccio la geografia alternativa del mondo in cui agiscono i personaggi, fatto quasi interamente di città e paesi immaginari. Studio persino, con un pizzico di ironia, il ruolo fondamentale dei due protagonisti nell’economia dello Stato di Clerville. Sono molti gli aspetti di Diabolik che continuano a sorprendere».
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Hai scritto quattro romanzi con Diabolik ed Eva. Non è strano passare dal fumetto alla narrativa non disegnata?
«Non nel caso di Diabolik, che ha la letteratura nel proprio DNA. Per cominciare è l’erede moderno di personaggi romanzeschi come Fantômas di Allain e Souvestre. Lo stesso metodo di lavoro instaurato dalle sorelle Giussani comporta che un soggetto per Diabolik sia prima esposto sotto forma narrativa e dopo trasformato in sceneggiatura. Inoltre dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Settanta sono esistite ben due collane di romanzi, una in Italia e una in Francia, che adattavano storie originariamente scritte per la serie a fumetti. Il taglio di quei libri era quello rapido e immediato del romanzo giallo da edicola. Il concetto dei miei è diverso: sono storie originali, mai lette a fumetti; e sono più lunghe e complesse, proprio per sfruttare al meglio il formato del romanzo. Mi piace paragonarli alle moderne serie tv, che riprendono in fondo la tradizione del feuilleton: ogni storia è fatta di vari episodi e, quando si conclude, lascia sempre i semi per cominciarne una nuova. Mi fa molto piacere che proprio quest’anno Il Cerchio Giallo abbia deciso di ripubblicare i miei quattro romanzi di Diabolik & Eva. Spero sia l’occasione per riprendere il ciclo da dove l’ho lasciato».
Gigi Montero
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