Il film La notte del giudizio (2013) ha avuto così lusinghiero riscontro di pubblico da dar vita a due sequel , Anarchia-La notte del giudizio (2014) e, quest’anno, La notte del giudizio-election year. E si preannuncia un ulteriore seguito.
La serie è ambientata in un mondo alternativo in cui la costituzione degli Stati Uniti è stata riformata introducendo un emendamento rivoluzionario: la notte del giudizio appunto, che in lingua originale suona, secondo me più incisivamente, “The purge”, “La purga”. Ogni anno, in un giorno prestabilito, dal tramonto all’alba, la legge va in cantina, e chiunque può fare quello che vuole, senza conseguenze per la giustizia. Uniche eccezioni, l’intangibilità delle alte cariche istituzionali, e il divieto di usare armamenti beĺlici, quali bombe o cannoni. Potete immaginare che, in un paese con capillare diffusione di armi come gli USA, ciò significhi via libera ad una gigantesca mattanza.
Solo in apparenza questa soluzione è rozzamente incivile. Non a caso, infatti, garantisce un successo politico straordinario al partito che l’ha propugnata, netto vincitore alle elezioni presidenziali.
Gli effetti positivi della “purga” sono due.
Uno sfogo liberatorio delle tendenze sopraffattorie e antisociali, cosicché si registra una significativa riduzione del tasso di criminalità nel resto dell’anno.
Un risparmio di costi per il bilancio federale, visto che a far le spese della carneficina, all’alba della notte dell'”omnia licet”, sono le fasce più povere e deboli della popolazione, letteralmente sterminate e quindi non più bisognose di sussidi.
Come si vede, trattasi di una “distopia” paradossale, che mette il dito nella piaga delle pulsioni egoistiche ed antisolidaristiche che attraversano la società moderna, serpeggianti da ultimo per il fenomeno, temutissimo, dell’immigrazione incontrollata.
E le riflessioni che l’America della “purga” descritta nei film di DeMonaco può suscitare non finiscono qui: evidente il rimando , scottante non solo negli USA, al diritto di difesa individuale attraverso l’uso delle armi, ma anche alla tendenza ad ammontare di misticismo scelte politiche dettate da altro genere di interessi: il partito della “purga” assume infatti il carattere di una vera e propria religione, richiamandosi alla presunta purificazione che accomunerebbe carnefici e vittime.
Nel terzo episodio della saga, appunto La notte del giudizio- election year, il gioco si fa duro: essendo emersa una opposizione, con vasto consenso nei sondaggi, al partito della “purga”, la terribile notte dell'”homo hominis lupus” diventa il pretesto per risolvere il contrasto politico con la violenza. L’intangibilità degli alti funzionari viene eccezionalmente abolita, così da rendere vulnerabile anche la senatrice candidata alternativa alla presidenza. Ma, e qui sta il bello, anche del Presidente in carica.
Si preannuncia, l’avrete capito, una scorpacciata di adrenalina, con scene d’azione e movimentati scontri a fuoco.
La componente “splatter”, inevitabile in un siffatto contesto, risulta lodevolmente contenuta, cosicché il risultato, più che un “horror” è un “action thriller”.
Rino Casazza
LA LOGICA DEL BURATTINAIO E TUTTI I LIBRI DI RINO CASAZZA
La logica del Burattinaio, nella mente del serial killer
Bergamo sottosopra. Un’avventura di Auguste Dupin e Giuseppe Giacosa