Il piano di Mps non basta. E senza crescita, il settore bancario continuerà a soffrire
Credevate, eh, che passato lo stress test, gabbato lo santo? Invece il mercato finanziario ha inferto al settore bancario un colpo forsennato. Non ha tenuto quasi nessun conto dei risultati tutto sommato favorevoli dello stress test, che ha bocciato solo il Monte dei Paschi e ha promosso le altre quattro grandi banche italiane. L’azione di Unicredit, promossa con voto basso, è caduta del 9,4%; ma anche Intesa SanPaolo, che invece è risultata al top europeo, ha perso il 3,4%. Le altre banche hanno mostrato anch’esse parecchia fragilità: Popolare Emilia-Romagna, Carige, Credito Valtellinese, Ubi Banca e Banco Popolare fanno segnare perdite fra il 5 e il 7%.
Unica tra le grandi a salire, ma di un misero 0,58%, Montepaschi, perchè poche ore prima della bocciatura ha tirato fuori dalla manica un piano di risanamento che non comporterà immediate perdite per azionisti e obbligazionisti.
Una parte della caduta si deve al fatto che le Borse mondiali non sono andate troppo bene . Ma un’altra parte si deve alla consapevolezza che il problema delle sofferenze bancarie non è risolto, anche se è difficile negare che Mps abbia fatto un importante primo passo per avviarlo a soluzione.
Lo stress test è passato, ma il mercato punisce le banche – LEGGI
Da quanto annunciato riguardo al piano di risanamento, sui crediti non performanti (Npl, dall’espressione inglese) Mps spunta di fatto un prezzo più alto di quello prima corrente, anche se con un meccanismo macchinoso, e ciò influenzerà l’intero mercato. Anche il fatto di distribuire agli azionisti la frazione junior degli Npl cartolarizzati è un passo nella direzione giusta, sebbene sia migliore la posizione di distribuire tutto l’insieme dei crediti dubbi, costituendo una bad bank che nascerebbe già quotata in Borsa e renderebbe così più liquide queste disponibilità, permettendo anche di attirare capitale estero. Sui cattivi pagatori, nella finanza mondiale, ci sono banche e finanziarie che fanno grossi affari. È solo in Italia che manca la sofisticazione necessaria – e la fiducia del mercato.
Via libera della Bce al piano JP Morgan-Mediobanca per il Monte dei Paschi – LEGGI
La caduta dei corsi delle banche di lunedì è però di cattivo auspicio per la continuazione del risanamento. Mps si deve impegnare in un aumento di capitale da cinque miliardi, che non sono noccioline. Ma dopo una fiammata iniziale, il prezzo dell’azione è tornato quasi del tutto indietro.
Chi compra oggi, sarà disposto a mettere altri soldi in autunno? Il governo, che possiede il 4%, ha già detto che non parteciperà all’aumento, benché una partecipazione pro quota non sia troppo sindacabile da Bruxelles: ma in questo modo lo Stato non dà un mesaggio di fiducia ai possibili sottoscrittori. E il “metodo Mps per lo smaltimento delle sofferenze” si potrà estendere ad altre banche?
Il Fondo Atlante ha già detto che comprerà solo la frazione “mezzanina” dei crediti cartolarizzati, cioè quella che viene pagata per seconda. Sono 1,6 miliardi su 9,7, ma anche così Atlante esaurirà i suoi mezzi e si ritroverà con due banche con le pezze al sedere, un prestito non poi così pretty e un impegno di dare ai suoi sottoscrittori il 6% all’anno. La prossima banca che vorrà fare come Mps non avrà il sostegno di Atlante per smaltire gli Npl e non è detto che trovi facilmente sul mercato i mezzi per ricapitalizzarsi.
La vittoria di Cairo in Rcs è una buona notizia. Ecco perché – LEGGI
La fiducia degli investitori nel sistema bancario italiano sembra essere compromessa ancora più pesantemente di quanto non si sapesse. Il governo, nella persona di Renzi o dei ministri e sottosegretari che continuano a blaterare sull’argomento, non è capace di porsi il problema. Parla di mercato, e non è il mercato la soluzione, perché c’è molta paura e parlare di mercato apre la strada a grandi possibilità di perdite in conto capitale per gli azionisti e in misura appena minore per gli obbligazionisti. Nonostante l’impatto psicologico, sopra tutto all’estero, delle cosiddette “riforme” renziane, non c’è stato praticamente nessuno stimolo all’economia, dove continua a impazzare un prelievo fiscale feroce e così minuto da far spendere moltissimo tempo, in modo improduttivo, in adempimenti eccessivi.
Una proposta analgesica per le sofferenze bancarie – LEGGI
Non si può dire che oggi non vi sia stato un segnale. Speriamo che qualcuno sia in grado di raccoglierlo, interpretarlo, e agire di conseguenza. Se poi vorrete vedere il bicchiere mezzo pieno, non sarò io a oppormi.
Paolo Brera