Sul blog di Luigi Mascheroni, caporedattore cultura de Il Giornale, l’analisi di Fenomenologia di Diabolik, l’official ebook di Algama
L’ITALIA “BORGHESE”, DEL BOOM E DELLA CONTESTAZIONE? LA CAPISCI MEGLIO LEGGENDO DIABOLIK…
Una fenomenologia (d’autore) del Re del Terrore
Una decina di anni fa – quindi il conteggio è da aggiornare- c’è chi ha contato tutti i morti ammazzati nella sua carriera criminale (circa 1.100, il 32% delle quali pugnalati), e chi ha quantificato l’entità delle rapine: due miliardi di euro, la maggior parte in oro e gioielli, al netto di opere d’arte «inestimabili»…
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Swissssss. Diabolik entrò in scena, silenzioso come il sibilo del suo pugnale, un nebbiosissimo e grigio inizio di novembre – i giorni dei morti… – del 1962, un mese dopo lo schianto di Enrico Mattei nelle campagne di Bascapè e uno prima del collaudo della linea 1 della metropolitana milanese. Un fumetto rivoluzionario e ribelle come il suo protagonista negativo, capobanda di una lunga serie di “eroi in nero”, tutti marchiati nel nome con una rigorosa K, da Kriminal a Satanik, che avrebbero da lì a poco infestato le italiche letture.
Le chicche del libro su Diabolik raccontate all’Ansa (versione estesa) – LEGGI
Il primo numero dell’allora bimestrale Diabolik – titolo: «Il Re del Terrore», oggi un cult – apparve nelle edicole in poche migliaia di copie (quasi solo nel Nord e quasi solo nelle stazioni ferroviarie). Oggi, quasi 55 anni dopo, gli albi totali venduti sfiorano i 200 milioni, con una media annua di tre milioni fra nuovi numeri, speciali e ristampe.
Andrea Carlo Cappi racconta Fenomenologia di Diabolik su Gq – LEGGI
È l’unico grande fumetto nostrano (insieme al vecchio Tex) che ha passato indenne il giro del secolo ed è diventato un fenomeno sociale sconfinando dal fumetto al cinema, al romanzo, le figurine, le canzoni, la pubblicità, i videogame… Era nato per essere letto in treno dai pendolari e sotto il banco dagli studenti: è diventato una meravigliosa icona pop.
Come ogni (anti)eroe che si rispetti, Diabolik nella fiction non ha madre né padre, solo un’amante fedelissima (la blondissima Eva) e un acerrimo nemico (l’alter ego Ginko, anche lui con quella dannata, fortunatissima K…), ma nella realtà di madre ne ha (ahinoi: ne ebbe) addirittura due: bellissime (entrambe con un passato di modelle, sportivissime, eleganti), protagoniste del jet set europeo (le grandi capitali, la Côte d’Azur di tanti diabolici inseguimenti e di Grace Kelly così somigliante a Lady Kant…), indipendenti e anticonformiste (la maggiore delle due fu tra le pochissime donne in Italia ad avere la patente negli anni Quaranta e un brevetto di volo nei Cinquanta), soprattutto editrici e sceneggiatrici ben poco in sintonia con lo spirito dell’Italietta religiosamente Dc pur portando il cognome – ma è solo un’omonimia – di uno dei più grandi spiriti religiosi del secolo: Giussani.
(CONTINUA SUL BLOG DI LUIGI MASCHERONI)
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Fenomenologia di Diabolik, l’ebook
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