Grazie Italia e grazie Antonio Conte: grazie a voi azzurri siamo tornati, magari anche solo per poco a sognare, a guardare avanti, ad andare oltre anche se di fronte abbiamo il mondo, un mondo che ci guarda sempre dall’alto in basso.
Sì perché la nazionale italica, per la cronaca una delle copie più sbiadite degli ultimi sfavillanti, più o meno, anni, grazie al Ct Guru, al Contismo, alla voglia di correre, di lottare, di mordere il destino ha messo in fila le migliori espressioni calcistiche europee, Grande Germania compresa (che ci ha battuto solo ai rigori, lotteria sensualmagica) e, adesso, in semifinale, i teutonici attendono la migliore tra Francia (mette malinconia la rappresentativa transalpina) e Islanda.
Questo quando tutti, sottoscritto compreso, alla vigilia di Euro 2016, ai Conte Boys, che ancora siamo quai a chiederci come mai non ci sia Pavoletti, ecco non avremmo dato un euro.
Cosa ci resta della sconfitta sofferta con la Germania e di questo parziale di manifestazione europea calciofila?
La grinta, l’abilità tattica, il furore agonistico e la capacità straordinaria nel… motivare di sua immensità Antonio Conte. La forza dei monumenti bianconeri Buffon, Barzagli, Chiellini e Bonucci (vale Franco Baresi oggi). Il dinamismo di Giaccherini (Prandelli mio cosa ti sei perso) che se andrà, come sembra, alla Fiorentina sarà il jolly prezioso dei viola. E poi ancora la fame di Eder che con Mancini (voto 3 al coach nerazzurro) non ne pigliava una, ma in Francia ci ha fatto godere, come Pellè, Macho più di un Tronista che forse meriterebbe ora un top club italico. No?
E adesso? Continuiamo a sognare con l’esparto Ventura. Ma di questo parleremo a breve, adesso chiudiamo gli occhi e con Conte e i suoi calciatori continuiamo, emozionandoci, nonostante tutto e i maledetti rigori … a godere. Ancora un pochino.
Stefano Mauri