” Con il nostro più profondo rammarico, dobbiamo dirti che Bud è in volo verso il suo prossimo viaggio.”
Se ne va così, con il consueto garbo, una delle icone più rappresentative della nostra infanzia e non solo.
“Ci mancherai, gigante buono” ha scritto qualcuno.
Ed è proprio attraverso un palpabile dolore che sfilano per l’ultima volta le immagini di un eroe indimenticabile.
Tutti quanti, alla notizia della morte di Bud Spencer, siamo rimasti increduli. Abbiamo sperato fosse l’ennesima fastidiosa bufala, quella che ogni quindici giorni annuncia di volta in volta la dipartita di Banfi, Villaggio, Celentano, eccetera.
E invece…
Invece il gigante buono se n’è andato davvero. Ci ha fregato alla grande.
Lui che nella coppia era il meno sveglio. Quello che sbuffava quando c’era da pazientare prima di un pranzo pantagruelico, che mascherava un cuore d’oro dietro un aspetto da burbero.
Allora eccoci di nuovo a rivivere per la milionesima volta le gesta di Salud, di Doug e Rosco, di Bomber, di Trinità e di tutti gli altri. Eccoci di nuovo Bambini, seduti sul divano accanto al papà, a esaltarci per ogni sganassone rifilato al cattivo di turno.
Bud Spencer, come ha giustamente sottolineato qualcuno, era nell’immaginario di noi ragazzi il vendicatore per eccellenza. Le angherie dei bulletti, le delusioni, le prime scazzottate delle medie…
Quante volte abbiamo sbuffato come lui prima di una prova da affrontare.
Quindi cos’è successo?
“Bud Spencer è morto”, da scorrere e riscorrere ancora tra le notizie del giorno e le condivisioni sui social.
“Bud Spencer è morto”. Abbiamo dovuto rileggerlo almeno cento volte prima che quella notizia, così spietata, assumesse davvero un significato.
Perché, è vero, aveva 86 anni. Ma era Bud Spencer!
Lui non poteva morire. Non oggi, almeno.
Non così.
Avrebbe dovuto morire circondato da mille uomini, mille cattivi pronti a saltargli addosso.
Ma, probabilmente, non sarebbe morto lo stesso.
All’ultimo momento sarebbe arrivato Terence Hill e ne avrebbe stesi abbastanza da potergli dare un minimo di tregua.
“Te li fai da solo?”
“Dammi una mano, mi sono svegliato adesso.”
E purtroppo, oggi, anche noi.
Alex Rebatto