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La Spagna è più forte, bisogna aspettarla e ripartire, intanto l’Irlanda batte l’Italia

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Simone-Zaza-Italy

Quindi lunedì prossimo alle ore 18, l’ottavo di finale che ci riguarda offrirà Italia Spagna, big match che arriva troppo presto e che in tanti, compreso il Cr iberico Del Bosque, ecco avrebbero preferito evitare.

Che rappresentativa è quella spagnola? Allora, se il tosto Busquets in versione vigile, dietro dirige il traffico, con la coppia centrale difensiva Piquè&Ramos che non teme nessuno, il jolly offensivo del centrocampo Iniesta è l’uomo che sa e può fare tutto, il genio della lampada in grado di far saltare improvvisamente gli equilibri

L’ex juventino Morata? Se la smette di ballare, che ogni tanto si prende qualche pausa e appunto, anziché giocare … danza, può diventare quell’attaccante implacabile, moderno, fenomenale e superlativo che già, per DNA, in fondo un pochino è.

Il vero punto debole delle Furie Rosse palleggiatrici, nazionale (possesso palla da Oscar) per la cronaca che in questi folli anni Duemila, spesso e volentieri le ha suonate (dal tremendo, didattico Ko subito 4 anni fa nella finalissima ad Euro 2012, l’ex ct Cesare Prandelli fu Claudio ancora deve riprendersi, ndr) all’Italia?

Vanno sorpresi in velocità e … semplicità i “figliocci” laici del TiquiTaca (appelliamoci allo sciamano Conte e al suo contismo) caro al maestro Guardiola, ma non sarà cosa da poco: il loro centrocampo è una macchina da guerra dai piedi fatati e caldi.

La rappresentativa azzurra plasmata da quel martello di Antonio Conte tuttavia, o meglio… in fondo il suo Europeo, torneo che entra nel vivo solo ora, col tabellone degli azzurri in versione incubo (tutte le grandi dalla nostra parte), a modo suo l’ha già vinto e tutto quello che arriverà d’ora in avanti, beh sarà tutto di guadagnato. Guai però a mollare la presa che il blocco difensivo italianjuventino, oltre a conoscere bene Alvaro Morata, non va mai dato per spacciato anzitempo. E nell’ultima contesa con la Repubblica d’Irlanda, l’Italia con molte riserve in campo ha perso e non è piaciuta.

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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