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Lettera al Movimento

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raggi grillo

 

Virginia Raggi, del M5S, vince le elezioni a Roma e diventa nuovo sindaco. Un passo importante per il Movimento nato dal basso, dalla gente. E’ un nuovo inizio o la fine di un sogno?

E’ tutto finito.
Il valzer delle alleanze, i poster strappati con un ultimo brandello di festival della birra da ricordare, le facce, le citazioni, gli slogan, le promesse. La parvenza di una democrazia dietro campagne elettorali costruite sull’ignoranza, sul “sentito dire”, sul desiderio di una rivoluzione che, per quanto i sostenitori del M5S possano festeggiare, non c’è stata e probabilmente neppure ci sarà.
Ora si tirano le somme.
Le facce tristi dei Renzi e dei Salvini sono da fotoromanzo.
Le urla di gioia dei forcaioli stellati sovrastano ogni parola, ogni rimpianto.

Ciao! Ti rendi conto? Quello che ho sempre saputo si è realizzato.”
Ed ecco una faccina felice, anzi entusiasta.
Certo che mi ricordo, caro Andrea! I referendum sull’acqua e sul nucleare, tutto il tempo a parlare di Roma, dei suoi problemi.
Quanto tempo è passato, vecchio mio.
Quando eravamo solo dei ragazzi innamorati. E non mi riferisco solo al nostro paese.
Quando la tua mano sfiorava la mia su quel tavolino dell’infopoint in Via Battistini. I nostri cuori che bruciavano di passione. Le nostre anime che si alzavano in volo dirette verso nuovi lidi, nuove speranze.
Oh, Andrea! (Faccina triste ma speranzosa).
Vedi le persone che mi hanno ripagato con la loro fiducia? Cosa potevamo fare se non lottare per loro?
Ed ora eccomi qui, seduta sul trono della Capitale.
Chiamami Cesara, caro vecchio compagno di viaggio.
E non importa se ad ogni decisione da prendere ci sarà una votazione quasi pubblica, se alla fine sarò umile serva del sistema che mi ha inghiottito come la balena con Pinocchio.
Se sarò una politicante di professione.
Perché parliamoci chiaro, tra me e te è finita da un pezzo, Andy bello.
Ti ricordi che fine ha fatto l’infopoint di Via Battistini?
Onestà! Onestà!” urlavamo al passaggio della bara.
I miei occhi parlano, dici?
E’ vero, ma ora mi rendo conto di essere circondata da gente che, invece, parla una vecchia lingua. Gente con cui mi devo spiegare, con cui devo prendere decisioni e scendere a patti.
Ehi, è la politica. O, meglio, è il gioco sporco della politica.
Dove nessuno è innocente. Dove si finge di tagliare stipendi mentre s’intasca del grano con l’altra mano, quella nascosta sotto la bandiera della legalità.
Dove abbiamo permesso che Bersani venisse fatto fuori e poi ci siamo lamentati del suo sostituto, seppure con una certa perplessità, ancora storditi e impreparati da un così ben congegnato colpo di stato.
Dove abbiamo costruito una piccola dittatura con epurazioni, ritrattazioni, campagne incolori.
Del resto siamo il movimento nato dalla rete.
Ricordi? “Infernet” lo chiamava lui.
Siamo stati abili. Abbiamo trovato il momento giusto per infilarci nella crepa che i nostri predecessori avevano creato attraverso legislature corrotte e mafiose.
Abbiamo trovato il momento giusto per sfuggire da una vita qualunque.
In fondo diciamocelo chiaro, caro Andrea: non siamo eroi.
Il nostro Movimento nasceva con la presunzione di poter dare la parola ai piccoli, agli “innocenti” appunto.
Che ne dici? Il nostro leader è multimilionario, i suoi delfini laureati senza alcuna esperienza lavorativa o quasi. Che fine hanno fatto gli operai?
E’ stato divertente fare politica a colpi di like 🙂
Ti ricordi quando dicevamo che, secondo le nostre regole, quella ragazzina di sedici anni che si mostrava su facebook con le tette al vento avrebbe potuto diventare il nostro primo ministro se si fosse messo ai voti?
Ad ogni modo ora devo salutarti, Andrea.
Ho una città da capovolgere e delle teste da far cadere.
Non preoccuparti.
Questa città avrà di sicuro il coRAGGIo di cambiare.
Anche perché, citando Gaber: “Non si è mai abbastanza coRAGGIosi da diventare vigliacchi definitivamente”.

Concludo questo pezzo con una doverosa aggiunta.
Non ho nulla contro il M5S, anzi.
Trovo semplicemente la loro una democrazia arrogante, da furbi studentelli con volantini in mano e ora, loro malgrado, da politicanti professionisti.
Mi auguro sinceramente abbiano fortuna nell’amministrare in modo decoroso le città nelle quali hanno vinto le elezioni.
In bocca al lupo, cittadina Raggi.
O sindaco Raggi, da oggi.

 

Alex Rebatto

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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