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L’insostenibile peso della sicurezza è il limite di Cristiano Ronaldo all’Europeo?

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Cr7, vale a dire il nome in codice, o meglio, il brand, la sigla commerciale, il simbolo di marketing che rappresenta e identifica Cristiano Ronaldo, beh nonostante le tante vittorie di club con Manchester United e Real Madrid, in nazionale, quindi col suo Portogallo, sin qui non è che abbia raccolto molto. E quest’Europeo per lui, ergo, per la nazionale portoghese sta andando più male del solito.

Sì perché la truppa portoghese rischia l’eliminazione e si giocherà tanto, se non tutto, mercoledì al cospetto dell’Ungheria, capolista a sorpresa del gruppo F, il girone più folle, pazzo e loco di Euro 2016.

Ironia della sorte, quel Macho fichissimo di Cr7, lui che del culto dell’immagine e del look curato ha fatto un’azienda, ecco sfiderà il portiere ungherese Kiraly, vale a dire colui il quale che, ultraquarantenne, va in campo, incurante di apparire, con una tuta improponibile e portafortuna che pare un astuto, comunque beneaugurante pigiama.

E Ronaldo? Come mai l’asso portoghese a livello di rappresentative nazionali proprio non riesce a lasciare il segno? Mah, forse per eccesso di sicurezza o per sindrome di superiorità? Probabilmente perché arriva sempre stanco e stremato a fine stagione? Ancor’forse poiché la compagine del suo paese lo attizza meno che giocare nel club d’appartenenza? Oppure e per chiudere solo causa … sfortuna tipo il rigore sbagliato con l’Austria e spedito, a portiere battuto, sul palo?

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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