Nelle cronache di Algama di questa settimana su IlgiornaleOFF, il racconto noir di Alex Rebatto “L’altalena”.
Da IlgiornaleOFF:
”L’altalena” è un racconto nerissimo per IlgiornaleOFF di Alex Rebatto, già coautore con Antonella D’Agostino della biografia di Francis Turatello. Milanese, mastica il linguaggio della mala anni Settanta ed ha appena pubblicato per Algama, in ebook, “2084”, un noir ambientato nel futuro in cui c’è chi cerca ancora qualcosa in cui credere: una bandiera, un diritto, un ideale. Anche se la domanda di fondo è: ci sono ancora, oggi, ideali in cui credere? E quanto costano?
L’ALTALENA
(Di Alex Rebatto)
“Più in alto, mamma. Più in alto!”
“Stai già volando, piccola mia. Vuoi andare più in alto di così?”
“Voglio toccare il cielo!”
“Vuoi toccare il cielo? Sei sicura di volerlo fare?”
“Più che sicura.”
“Che punto preciso del cielo vuoi toccare, tesoro?”
“Una stella. Vorrei proprio toccare una stella, mamma.”
“Allora non ci resta che aspettare. Vuoi davvero aspettare le stelle?”
“Si, mamma. Aspettiamo.”
L’avvocato Invernizzi, un’autorità nel suo settore, si fermò a poca distanza tenendo stretto al guinzaglio il vecchio Pongo, un ammasso di pelo informe di ormai tredici anni. Piegò la testa di lato e si accese una sigaretta in silenzio. Intanto il cane cercava senza riuscirci di defecare tra le radici di un albero. Il tramonto aveva già passato le consegne e la sera stava per avvolgere insensibile il parco e i suoi ultimi visitatori. Una coppia di ragazzi in calzoncini corti sfrecciarono accanto all’avvocato in un ansimante sprint. Poi l’ultimo rumore che sopravvisse fu quello delle catene dell’altalena che cigolavano sotto la spinta della madre.
Quattro ore prima.
Laura scese dalla cyclette e si diresse verso la cucina. Prese dal frigorifero una bottiglia d’acqua e la svuotò a canna fino all’ultima goccia. Aveva le gambe doloranti e si sentiva sconfitta. Due mesi di dieta e un’infinità di ore di moto le avevano fatto perdere solo mezzo chilo. Mezzo schifosissimo chilo…
Ne aveva abbastanza di quel grosso culo che si trascinava dietro come un pacco postale da troppo tempo. Aveva bisogno di ritrovare la sua forma. Di sentirsi guardata. Aveva solo trentadue anni e fino ai ventisette, lo ricordava bene, gli uomini si erano voltati ammaliati al suo passaggio. I più valorosi le avevano offerto persino un fischio di approvazione. Poi c’era stata la gravidanza e la nascita di Beatrice, bionda e dal viso perfetto come una bambola di porcellana. La gente ora la fermava solo per farle i complimenti per quella creatura così straordinaria.